Che ha dato il suo profumo ad ogni fiore

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In questo interregno che è l’estate, l’estate quella vera, quella di mezzo. In questo limbo. In questa fase dell’anno tra parentesi, luglio e agosto, in cui si perpetua  la temporanea diaspora di menti e corpi – soprattutto corpi – e case e uffici e mezzi di trasporto privati e pubblici urbani ed extraurbani (e talvolta anche animali) rimangono abbandonati a se stessi. In questa sospensione dei principi costitutivi della società, in cui l’economia si ferma, i clienti non scrivono e non rispondono alle e-mail, dalle finestre spalancate si odono echi delle crisi familiari e bestialità varie. Quando le giornate iniziano ad accorciarsi di nuovo, e il contrasto stridente tra il viaggio prossimo e il ritorno dallo stesso – a settembre – mette ansia. Quando si è già troppo stanchi per andare via, e in un attimo è già l’ora di ricominciare. In questo trionfo di ormoni e solitudini, di bambini ignari e di anziani che deambulano sbalorditi, come se ogni estate fosse quella più calda della loro vita. In questo festival delle nudità, dei compromessi tra moda e essere comodi e freschi, delle asimmetrie tra pants sempre più short (e hot) e stivali-infradito. In questo susseguirsi di veloci scambi di battute tra conoscenti – un esempio? me ed i miei conoscenti, cose tipo “Dove vai in vacanza?” . E io “A Parigi e…”. E lui/lei incalza: “A Disneyland?”. “No. A Parigi”. Non è che se ho figli e vado a Parigi vado per forza a Disneyland. Anzi, diciamo che non ci vado apposta a Disneyland. La Torre Eiffel e tutto il resto sono già un discreto parco di divertimenti.

Dicevo. In questa bolla d’aria, perlopiù calda, in cui tutto è concesso quasi come a carnevale, mentre è facile smarrirsi e non trovarsi mai più (speriamo). In questa nube di odori e sapori forti, di tormentoni melodici, di pori in attività 24*7 e di viste già viste prima, su Internet in pausa pranzo. Insomma, oggi. In questo attimo in cui sto scrivendo, si consuma il vero giro di boa. Altro che New Year’s day. Quello vero, quello decisivo, è dietro l’angolo. Ancora qualche giorno, quando scatterà l’orario estivo su ogni nostra abitudine e saremo ufficialmente sospesi. Leggeri. Altrove. Probabilmente in coda.

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