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L. ha riesumato, nella casa dei suoi genitori – che è la casa in cui è nato ed è vissuto fino a 25 anni – un voluminoso e pasciuto canzoniere rilegato a spirale, con almeno 500 testi di brani chiosati con le sigle degli accordi. I pezzi più celebri dei cantautori italiani fino ai primi anni ’90, roba piuttosto demodè. Un retaggio sopravvissuto alla damnatio memoriae di un passato da pianista di pianobar. Ma in previsione di una cena con amici over 40, per dividere gli avanzi dei banchetti di Natale tracimati dalle opulenti tavole di ciascuno, una cena a cui seguirà un improbabile karaoke per inaugurare il pianoforte digitale nuovo che C. e V. hanno regalato alla figlia, ci sta.

L. è la testimonianza più attendibile, tra le persone che conosco, degli incontri ravvicinati con lo Spirito dei Natali Imperfetti. Lo Spirito dei Natali Imperfetti è una trasparente e minacciosa declinazione meno celebre ma altrettanto molesta (chissà se a fin di bene) dei più blasonati Natali Passati, Presenti e Futuri che funestano gli incubi di Ebenezer Scrooge.  Una esperienza che, per L.,  si reitera da qualche anno, e che ogni volta è sempre meno edificante. Ma vediamo da vicino il perché.

Innanzitutto, occorre partire dalla classificazione stessa delle festività, in cui Dickens risulta lacunoso“, sostiene L. Esistono infatti alcune varianti delle coniugazioni del Natale, che vanno aggiunte alle tre già definite dal creatore di Scrooge. Lo dice il nome stesso: il Natale Piùccheperfetto è quello che si trascorre fino agli 11 anni circa. È il Natale degli alieni che portano i regali, barbuti piloti di slitte trainate da renna e destinatari di milioni di lettere e desideri, con una capacità di saper soddisfare ogni più piccolo sogno al di là dell’immaginabile. La variante cattolica attribuisce tale adempimento a un neonato VIP, senza renne ma con bue e asinello. La scena domestica comprende genitori ancora piuttosto giovani e premurosi, impeccabili registi della gioia puerile che lavorano all’Evento per tutto il mese precedente. E, se mi è permesso scegliere la cornice perfetta, inscrivo il tutto nell”Italia – e la società che la abita- degli anni ’70, il consumismo ancora moderato e responsabile che si chiama risparmio, i primi spot visti a colori in TV e l’immaginario iconografico commerciale alimentato dalle pagine pubblicitarie di Topolino. Il pranzo, l’acme dell’Evento, vede la partecipazione dei soli membri famigliari stretti, perché il focus, nel Natale Piùccheperfetto, è il bambino e la festa è l’epifania del suo mondo. Giusto, anche l’Epifania, quella dei Magi con le calze piene di dolci.

Passano gli anni, e con pubertà, adolescenza e primi tumulti ormonali si passa al Natale Perfetto. È caratterizzato dalla doppia intensità, l’essere ancora al centro dell’Evento a cui si aggiunge l’avere già un oggetto esterno su cui proiettare l’essenza della festa, il tutto ricoperto da un sottile strato di distacco dal mondo tipicamente infantile. I genitori hanno ormai raggiunto la mezza età e amano accompagnarsi al pranzo con una famiglia allargata a supplire l’assenza dei nonni, purtroppo trapassati, fratelli e sorelle (zii per Il Figlio/a) con prole e orpelli vari. È l’era degli inevitabili confronti tra le carriere scolastiche, i successi sportivi, i passatempi redditizi dei rampolli, ma anche dei bilanci dei nuclei famigliari partecipanti, in uno scenario in cui adulti e aspiranti tali bevono alcolici in analoga quantità. L’ebbrezza post-conviviale è un’arma a doppio taglio, lo spettro dei cui effetti va dall’armonia totale, con punte nel caso di apologie di eroi o santi trasversali qualora emerga l’empatia politica o religiosa, a drammi interni, con imbarazzi connessi, il tutto con varia intensità.

Ed ecco che la seconda generazione si rende indipendente, il figlio diventa Il Genitore, a sua volta, di Un Figlio per il quale sarà l’artefice del Natale Piùcheperfetto. Ma, in questo stadio, il rischio è quello di essere protagonista, proprio malgrado, di un Natale Imperfetto. Di cosa si tratta? “Il Natale Imperfetto si trascorre a casa dei genitori-nonni ottantenni, un ambiente in cui elementi tipici della vecchiaia convivono con gli altari, mai smantellati, della propria adolescenza“, così lo sintetizza L. L’equivoco, che nel caso di L. è la causa di una forte depressione post-festività, consiste nel lasciarsi convincere di essere ancora il centro dell’Evento, il Bambinello neonato. Ma il tempo ha ormai travolto inesorabile gli eventi, portandosi via le zie più anziane, qualche parente più giovane anzitempo, ha punito più del dovuto errori di gioventù di alcuni. Talvolta, con la scusa di una flessione del mercato, ha lasciato sul lastrico altri. I nodi sono venuti al pettine, gli acciacchi si sono palesati in malattie, le perdite si sono trasformate in esondazioni, la mancanza di lungimiranza ha fatto accostare su un binario morto ogni progetto a interesse anticipato. Così si riesumano album fotografici, si drogano di cartoni animati i figli, si cerca di dormire per accorciare il tempo, si tengono d’occhi le decine di orologi – alcuni funzionanti e altri no, un mix di arte povera e sottocosto cinese – mentre fuori un altro fantasma, quello dello squallore dell’incuria urbana fiaccata dalla morsa del vento che abbatte ulteriormente la temperatura percepita – ce l’immaginiamo vestito di nero con una falce in spalla – attende il malcapitato alla resa dei conti. Anche dopo 15 anni che non si abita più lì. “Le facce sono le stesse, i muri scrostati, i cassonetti che vomitano incarti e fiocchi e sacchi di avanzi, gli anziani in giaccone di poliestere a passeggio sui marciapiedi e il loro forzato contrasto con addobbi e luminarie inaspettatamente rigogliosi“.

Per fortuna, arriva, ogni anno, il 27 dicembre. L. si sveglia nel suo letto, nella sua nuova città, addirittura fuori c’è il sole. Il bordone di tangenziale in sottofondo lo riporta alla realtà. E se si è addormentato pensando alla morte dei suoi genitori e altre amene esacerbazioni del pensiero positivo, ora è nuovamente adulto, padre di famiglia, ex-giovane, ex-musicista, ex-studente, ex giocatore di Subbuteo, ex fidanzatino della ex di quando aveva 16 anni eccetera eccetera. Ha sognato di annaspare in soffocamento nelle mucose durante la sua nascita. Poi la figlia lo ha chiamato, dormiva con lui e sua moglie nel lettone, e ha salutato lo Spirito dei Giorni Feriali Futuri.

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