o niente

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E allora dai che prendiamo il volo, cantava. Questa volta, a volare in cielo è stato lui. Il Blasco. Un mito per tutti, che ha messo d’accordo quattro generazioni, che da trent’anni ci emoziona, diverte, e che ci ha unito sotto un’unica grande bandiera: quella del rock, delle emozioni da urlare forte al cielo sotto una pioggia di stelle. Ma oggi anche le stelle piangono l’astro più luminoso del firmamento. E chissà le donne del Vasco, oggi magari sposate e con figli, cosa diranno. Forse anche un pezzo di loro è volato su nel cielo con Vasco. Cosa diranno Sally, Gabry, Susanna, Jenny, Laura? Cosa dirà Toffee? Come potrà lenire il suo dolore Giulia? Forse non potrà come non potremo noi, oggi che una parte di noi non c’è più.
La più strabordante, caotica. La nostra vita spericolata è scomparsa e da oggi torna ordinaria, grigia, vuota. Forse L’alba non sarà mai più chiara.
La sua vita spericolata, esagerata, il suo equilibrio sopra la follia, oggi non c’è più. Ciao Vasco, con te se ne va un pezzo fondamentale di storia della musica italiana. E quando il cielo sarà buio e scuro forse potremo riuscire a distinguere una stella, luminosa come mai. Noi sapremo che sei tu, Vasco, e a quella stella rivolgeremo un ultimo, accorato “eeeh…!”, e ai nostri figli, lo racconteremo noi.

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