per le vie della moda in sabot

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C’è questo tumblr, che ho scoperto tramite quest’altro, di cui sottoscrivo in toto la vision, come si suol dire, perché non c’è epoca come quella che stiamo attraversando in cui si sia toccato un punto così basso a proposito di calzature. La nostra società non se la passa tanto bene, ammettiamolo, ed è un dato che si evince mai come oggi osservando le scarpe che la gente indossa. Il problema è triplice: siamo sempre più poveri, le produzioni sono in caduta libera di qualità, il gusto imperante lascia a desiderare e non ci vuole un fashion blogger per appurarlo. E il pittarello è dietro l’angolo. Provate a osservare quello che passa sotto di voi, e non in senso metaforico. Volgete il vostro sguardo ai piedi delle persone, se la cosa non vi è di ostacolo e non vi distoglie da operazioni che richiedono la massima attenzione. Sono piccoli particolari su cui in giornate pregne di futilità, come la settimana del Festival, viene spontaneo soffermarsi e che spingono gli individui più sensibili a diradare ancora di più i già scarsi appuntamenti con il prossimo per aspettare che l’era dei peluche ripieni ai piedi, delle calzature che sembrano astucci delle elementari, delle snickers con la suola basculante spacciata per anatomica, degli esseri viventi stringati che respirano, degli stivali delle sette leghe, delle scarpe da tennis con i tacchi e delle linee inguardabili di alcuni prodotti di brand tutti italiani tramonti definitivamente. Chi è senza peccato scagli la prima scarpa, quindi, dopodiché inizi a fotografare gli obbrobri che passa il mercato.

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