si prega di fare silenzio

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La voce nella testa che legge i libri è l’unica in grado di sovrastare il coro greco che si muove lungo il proscenio interiore, chiamiamolo così, e che ci ricorda incombenze e dispiaceri, se non altro perché le storie della narrativa sono di gran lunga più interessanti delle proprie e non è difficile perdercisi dietro. Beh, a pensarci bene, non tutte. Nel senso che non tutti i libri riescono bene, ma malgrado ciò succede che a volte si prende il volo da una frase e mentre gli occhi scorrono le righe una dopo l’altra, la trama del romanzo confluisce nella maggiore preoccupazione che si sta vivendo e ci si ritrova alla pagina dopo senza ricordare nulla, confusi dell’improvviso colpo di scena o della comparsa di un personaggio nuovo. Quando si perde l’orientamento è perché qualcosa dentro di noi ci ha distratto, meglio seguire il percorso a ritroso e cercare l’ultimo punto che ci si ricorda di aver attraversato, prima del buio. Ma a parte questi incidenti di percorso, è facile che il libro e la testa funzionino un po’ come vasi comunicanti. Se la storia ha una sua gravità c’è un principio, che non ho scoperto io eh, secondo cui il contenuto più o meno fluido passa dall’altra parte che generalmente è molto più vuota e la riempie fino a far coincidere i due livelli, quello del libro e quello della testa. Se la storia poi ci prende, si adatta perfettamente alla forma del nuovo contenitore proprio come il liquido con cui si fa l’esperimento nei laboratori delle scuole medie. Non fidatevi di chi preferisce tenere il proprio cervello a secco, quindi. Lì dentro le voci interiori rimbombano, c’è un’acustica pessima come in una piscina vuota ed è facile spaccarsi i timpani con i larsen.

6 pensieri su “si prega di fare silenzio

  1. Post molto bello, plus. Io ho iniziato a leggere seriamente perché la mia vita mi faceva schifo. E’ ancora così, in compenso scrivendo su un blog trovo le parole per descriverlo.

  2. Molto colpita. Hai messo a fuoco una sensazione che scopro di aver sempre provato ma senza esserne consapevole in termini così esatti.
    A margine: ma quelli come noi vivono di libri o vivono nei libri?

  3. Anche per me è stato così, molto tempo fa, più che altro ero stufo di sentirmi pensare. Poi per fortuna le cose sono migliorate, e la passione per la narrativa è addirittura cresciuta.

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