tutto qui

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Che poi, e mi riferisco a quanto ho scritto qui sotto, stiamo tutto il tempo a raccogliere informazioni, un vero e proprio bombardamento, e le stipiamo tutte in una memoria volatile perché oramai l’intelligenza non consiste più nel ricordare l’informazione ma nel sapere dove cercarla su Internet. E, a dimostrazione di questo, per esempio in questo momento non mi ricordo assolutamente dove ho tratto questo concetto, dove l’ho letto, e provo a cercarlo con Google ma non lo trovo e in questo caso come mi devo considerare? Io che non sono un nativo ma un uomo digitale di mezza età ho ancora un po’ di forma mentis del secolo scorso e qualcosa ogni tanto mi rimane in testa. Poi penso ai mali della vecchiaia, purtroppo ne ho un caso molto vicino, e mi chiedo che succede se dopo che hai accumulato dati importanti, come i ricordi di una vita, un bel momento resetti tutto e quando ti portano in giro vedi le cose come se fosse la prima volta, ogni volta. Noi cresciuti informatizzati avremo tutto qui, su questo coso che registra ogni input gli invii da una tastiera. Ho anche letto che le esperienze di blogging hanno il valore di dare una sistematizzazione e mettere al sicuro una serie di contenuti, magari tutto quello che è successo prima, in alcuni casi quello che succede contestualmente, in altri quello che verrà dopo. Con il vantaggio, parlando per il futuro, di avere già qualcosa di pronto da ricordare nel caso si guastasse il disco fisso che si ha in testa, e qualcuno di molto vicino chiedesse di raccontargli una storia.

2 pensieri su “tutto qui

  1. Melusina

    Avere tutto sistematizzato in un raccoglitore più duraturo della nostra memoria (la rete, il nostro computer o anche la stessa carta) ci servirà a poco se non ci ricorderemo più “cosa” cercare.
    Uno dei miei primi Maestri di medicina mi spieò che non è necessario conoscere a menadito tutte le malattie, la loro eziologia, la sintomatologia, la terapia, ma piuttosto sapere in quale capitolo dei testi andare a cercarle per confrontarle e ampliarle con i dati che ricordiamo. Ovviamente bisogna partire da qualche dato oggettivo e da un certo intuito che, oggi però molto meno, giova molto alla diagnosi.

  2. Riflettevo anche su un passaggio di un romanzo che ho finito di leggere poco fa, in cui ci si chiede se ha più senso memorizzare ricordi o creali ex novo al momento del bisogno.

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