poca esperienza

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In ufficio, tra colleghi, ci si dà del tu e le ragioni sono molteplici quanto ovvie. Seconda e terza persona sono di ostacolo alla collaborazione e ai buoni rapporti interpersonali anche verso i vertici, creano barriere alla comunicazione e formano gerarchie verticali che vanno a ridurre la confidenza tra i collaboratori. Non solo: impediscono di portare al lavoro quella parte di noi stessi che altrimenti lasceremmo a casa e di cui le aziende si fanno vanto, e non lo dico come una cosa negativa. D’altronde, non so voi, ma io qui ci passo otto ore e cerco di essere più a mio agio possibile.

Nel mio ambiente, poi, siamo tutti giovani e lo so, ho scritto siamo anche se io sono tra quelli più vecchi, ma anche in aziende più tradizionali e abbottonate non ho mai sentito darsi del lei. Poi si prende esempio dalle aziende americane grazie alla diffusione delle multinazionali in cui l’inglese è la prima lingua e lì, come sapete, tra tu e voi non c’è differenza. Anzi, se mi permettete una battuta un po’ antipatica, nel mio ambiente forse ci si dà più dell’io, nel senso che da queste parti è così florido di personalità egoriferite che trovare qualcuno che si rivolge a qualcun altro è una bella sfida. Comunque se un giorno verrete a lavorare qui, e scriverei spero di no per voi ma solo perché così vi trovereste ad avere me come vicino di scrivania e non lo scrivo perché so di essere letto da persone con cui ho rapporti professionali. Anzi in questo caso sappiate che lo faccio solo per dare un po’ di pepe ai miei post e aumentare il traffico così potete dormire sonni tranquilli, sono la persona giusta per la vostra comunicazione su blog aziendali e social media. Dicevo che se un giorno entrerete qui sappiate che vi si chiederà subito di darci del tu.

Ma da qualche tempo qui da me c’è una parente molto stretta di una persona che svolge un ruolo apicale in un’organizzazione con cui siamo in contatto per motivi di business che è qui a fare un’esperienza di orientamento professionale, e vorrei che anche in questo caso notaste come l’ho scritto, perché avrei potuto usare parole banali come “la figlia dell’amministratore delegato di un nostro cliente che è qui a fare uno stage” ma non volevo essere così trasparente sempre per quel motivo di cui sopra. Ed è una cosa secondo me encomiabile e che mi ha piacevolmente sorpreso quando ne sono venuto a conoscenza.

Intanto perché svolge le più svariate mansioni, compreso il coadiuvare la receptionist e dare una mano anche per attività più operative quando altri, nella sua condizione, non credo si farebbero problemi a saltare a piè pari questa sorta di gavetta. Per non parlare di quanto sia delicata una situazione di questo tipo per un’agenzia, anche quando i rapporti tra le due strutture sono sufficientemente saldi. Cioè avere in casa un parente stretto di un cliente può essere rischioso, no?

Il punto è che mi dà del lei. Non ho fatto caso se lo faccia con tutti ma credo di sì. E vorrei farglielo notare, dirle che tutti qui siamo molto giovani sia fuori che inside, e l’armonia dell’ambiente in cui ci troviamo impone un modo di relazionarsi meno formale. Ma un po’ di imbarazzo sussiste, dal momento che già ci troviamo in soggezione di fronte alla figlia dell’amministratore delegato di una organizzazione grazie alla quale possiamo garantire pasti caldi e regolari ai nostri figli che svolge una mansione anche al nostro servizio e di cui, almeno io, cerco di non usufruire proprio perché il piano dei rapporti è evidentemente viziato.

In più il sentirsi dire buongiorno e buonasera anziché ciao mi fa sentire come se ci fosse un ostacolo in più che acuisce la distanza tra i due piani. E il fatto di non voler abbattere quella distanza di piani da parte sua non è perché da questa parte c’è uno con barba e capelli grigiastri che ricopre una figura senior. Dare del lei forse è un segnalare una distanza anziché accusarla. Non si tratta quindi di una rivalsa bensì di un elemento di appartenenza a un altro pianeta, né superiore o inferiore, semplicemente in orbita in un altro sistema solare. Io continuo a dirle ciao, lei continua a salutarmi con buongiorno e così ci osserviamo transitare dai nostri mondi paralleli. E magari poi non è il nostro caso, ma se lo fosse forse ci sarei dovuto arrivare prima.

4 pensieri su “poca esperienza

  1. Lavoro in una piccola azienda di provincia, dove darsi del tu é la prassi. Personalmente do del Lei solo ai membri della direzione/amministrazione, e neanche a tutti. Tornassi indietro mi comporterei esattamente come la stagista di cui parli, dando del Lei a tutti, escluse le amicizie di vecchia data (qui da noi é facile trovare nell’ufficio a fianco un vecchio compagno di scuola). Trasfomerei il leit motiv: ‘Diamoci del tu’ in ‘Diamoci del Lei’. Perché (purtroppo, dico io) non siamo americani e il gioco di squadra, quello vero, nei nostri ambienti di lavoro é piú unico che raro. E se non siamo nella stessa squadra, diamoci del Lei (ho avuto una giornata orribile in ufficio, penso si sia capito). Ps: adoro i tuoi post… anzi adoro i Suoi post 😉

  2. Hai ragione quando ti riferisci all’assenza del gioco di squadra, quello che intendevo è proprio che il tu è un modo per prendersi una confidenza che serve solo a demolire barriere di convenienza chi sta sopra di te, c’è un fattore di soggettività che dipende dalla fortuna di trovare un ambiente franco.

    p.s. grazie

  3. Io do del lei solo al mio direttore, che mi vede solo come un rompiscatole che vuol fare le cose di testa sua chiamandole “proposte che farebbero risparmiare soldi e tempo all’amministrazione”.

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