dall’amore e dall’unione

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Se questo fosse un album fotografico qui ci sarebbe uno spazio vuoto, solo gli angolini ai lati e il cartoncino della pagina un po’ meno sbiadito, perché questo sarebbe il posto della foto di un bambino di tre anni in pantaloncini di vigogna corti con le polacchine e un berretto con la visiera che scatta di corsa verso sua madre, che è la persona che sta immortalando la scena, mentre alle sue spalle c’è il suo papà con un vestito elegante e la sigaretta in mano che lo lascia libero di raggiungere l’altro punto di riferimento della sua vita. E probabilmente la foto avrebbe dovuto ritrarre padre e figlio fermi in un giorno primaverile di festa o una domenica, ma tale era la smania di quel bambino di mettere le mani sulla macchina fotografica dall’altro capo che non è stato possibile a nessuno di fermare la posa. Ma meglio così, perché vi assicuro che nella foto il bambino ride, il papà pure e suppongo faccia lo stesso la mamma al momento dello scatto, visto che l’effetto è un po’ mosso e ha migliorato il tutto. Anziché avere un istante di famiglia appiccicato su pellicola c’è una specie di film di una vita che rivedo ciclicamente quando si approssima il mio compleanno, e ora siamo agli sgoccioli.

Perché si sa, il compleanno non è la tua festa ma è la festa di chi ti ha fatto, quando nasce un bambino è bene fare un regalo ma bisogna farlo ai genitori, soprattutto alla mamma, e non al bambino perché i piccoli hanno tutta un’esistenza davanti per rendersi protagonisti. Così vorrei fare proprio questo, come regalo a chi ha fatto me. A mio padre che si è un po’ ripreso, gli hanno tolto una medicina e si sono ridotti i suoi stati di confusione. A mia mamma che ha sulle spalle tutto e molto di più da sola perché i figli sono distanti, anche se alcuni vivono a poche stanze dalla sua. Così a loro che mi hanno dato una vita con i loro respiri, probabilmente affannosi durante il concepimento, pazienti e regolari nel corso della gravidanza, concitati e indotti durante il parto per lei e di fumo di sigaretta per lui, augurerò un buon anniversario della mia nascita tra due giorni con questo ricordo. Mi chiameranno come al solito alle sei e quaranta del mattino, l’ora x, e io gli dirò di cercare quella foto e di guardarla un po’ e pensare a loro stessi. Perché per me sarà un giorno come gli altri, se non fosse che poco fa ho pensato addirittura che potrei invece trascorrerlo come un tempo si celebravano le festività solenni sui canali radiofonici e televisivi pubblici: interrompendo le trasmissioni facete e i varietà e programmando solo musica classica, come se quello fosse il linguaggio più appropriato per una festività importante come la mia, per loro. Chissà, dopodomani se digitate questo url potreste trovare solo un non stop di video da youtube dei miei compositori preferiti. E magari il prossimo anno, in prossimità del 10 maggio, al posto di una manciata di parole che lasciano il tempo che trovano pubblicherò la foto di un bambino di tre anni in pantaloncini di vigogna corti con le polacchine e un berretto con la visiera, che corre dalle braccia di suo papà a quelle di sua mamma.

5 pensieri su “dall’amore e dall’unione

  1. speakermuto

    “Perché si sa, il compleanno non è la tua festa ma è la festa di chi ti ha fatto”

    Mi sembra quasi vero, se penso a me. Io invece lo sento come un traguardo del tipo “Incredibile, sono arrivato fino a qui”.

  2. Lella

    Pensavo di essere l’unica a pensarla così, egocentrica 🙂 Al compleanno di mio amico, volevo proprio scrivergli, che in realtà la festa non era sua ma dei suoi genitori, poi non gliel’ho scritto, oggi sono contenta di leggerlo qua… anch’io Toro come te 🙂

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