è tutta una questione di spessore

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E vogliamo parlare dell’importanza che riveste il rullante nella cultura occidentale e nella nostra vita? Sticazzi, penseranno i miei venticinque lettori, vuoi dire che plus1gmt ha intenzione di scrivere una delle sue dissertazioni addirittura sul rullante nel senso del rullante della batteria? Ma è così a corto di argomenti? No, non è certo quello il punto. E non sono mai a corto di argomenti. Però se la nostra vita si muove a ritmo di musica, quanto è vero che la musica deve essere palesemente ritmata. Quindi – anche se non è detto – che sia supportata da un buona base di batteria sotto! E, insieme alla cassa, il rullante è altro che fondamentale. Dietro a un grande bum c’è sempre un grande cha, non dimenticatelo mai.

Ora, non sono certo un batterista pur avendo uno sviluppato senso del ritmo, ma trovo che sia interessante il fatto che il suono di rullante sia soggetto a mode e correnti di pensiero generazionali, che ci sia una sorta di estetica nel timbro dello snare drum e che si trovi sempre uno standard che poi tutti gli altri batteristi seguono fino a quando c’è un cartello di produttori che decide che non va più bene. L’esempio più eclatante è quello del rullante che negli anni 90 utilizzava Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, con quel suono particolarmente acuto che poi è stato adottato da numerosi altri gruppi dell’epoca ed è diventato quasi un must. La peculiarità di quel timbro era determinata dallo spessore dello strumento in questione: il rullante più è sottile e meno il suono è grave. Per farvi capire cosa intendo, provate a sentire la rullata che introduce Two Princes degli Spin Doctors, oppure la geniale Jerry was a race car driver dei Primus. Un rullante spesso come una scatoletta di tonno. E provate a immaginare cosa c’era prima e cosa c’è stato subito dopo. Più o meno l’opposto, ovvero rullantoni alti come fustini del Dixan che facevano certi tonfi come passi di elefante, che negli anni 70 e 80 – prima dell’avvento delle drum machine e della house music – erano all’ordine del giorno e che, manco a dirlo, sono tornati di moda. Quello che però nessuno è mai riuscito a imitare è il rullante di Ringo Starr nel ritornello di questo pezzo. Chissà di che marca era.

Un pensiero su “è tutta una questione di spessore

  1. Zagabart

    A occhio ( a orecchio, anzi) direi che è un rullante in metallo, pelle risonante mediamente tirata, pelle battente abbastanza lenta, cordiera molto lenta.
    Comunque ha un suono bellissimo, non ci avevo mai fatto caso!

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