tanto oro quanto pesa

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Ho colto quell’istante magico di complicità quando vi siete guardati, il che non necessariamente significa che siete una coppia rodata ma che avete una prontezza invidiabile se è bastato meno di un secondo sufficiente a farvi trovare in perfetto accordo nella risposta da dare alla commessa. Una cosa tipo ci pensiamo un attimo e poi decidiamo. In effetti sessantamila lire a testa per un concerto dei Prodigy spese di trasferta escluse non è proprio regalato, e che dire dei Prodigy in sé. Anche se sono sulla cresta dell’onda perché è il 1997 non siete del tutto convinti se meritino un investimento di tale entità. Sono di moda, ecco, e potrete dire ai vostri figli – se ne avrete e se la vostra storia continuerà – che avete messo un’ipoteca sul vostro futuro insieme grazie a un happening di grido. Costoso, ma di grido.

Voltate le spalle alla cassa della rivendita che si trova al piano sotterraneo di una gigantesca libreria e nel tragitto lungo le scale riflettete, ciascuno per sé. Entrambe le espressioni sono eloquenti. Lui pensa che con lo stipendio che guadagna e considerando che ci sono le bollette e l’affitto ne farebbe anche a meno ma non può deludere lei che invece non ha nessun problema a privarsi dell’equivalente della remunerazione di una giornata intera di lavoro sua, nel senso di sua di lui.

E lei pensa che lui probabilmente non gradirebbe sperperare una giornata del suo stipendio – suo di lui – per accompagnarla a un concerto che tutto sommato ha un costo irrisorio rispetto alle sue – sue di lei – possibilità, ma crede che andarci da sola, opzione sulla cui fattibilità in altre condizioni non avrebbe nessun dubbio, sia poco rispettoso nei suoi – suoi di lui – confronti. Lo so, è un casino, ma non siete riusciti a confondermi. Appena fuori dall’ingresso a vetri della libreria vi guardate ed è a lui che spetta prendere l’iniziativa. Allora che si fa?

Lei vorrebbe dire che non se ne fa nulla, è troppo caro, ma non lo dice perché le sembra che lui stia per dire qualcosa. E lui vorrebbe dire che è meglio non andare, al di là del prezzo non si sa nemmeno come saranno dal vivo, potrebbero essere deludenti. Ma vede che lei sta per dire qualcosa, che poi non dice, così esita quell’istante di troppo che poi esita anche lei tanto che alla fine si parlano addosso ma in realtà sono solo sillabe e versi e li vedo che nessuno dei due capisce bene il da farsi. Ed è un peccato che la complicità di prima, quella messa in atto davanti a due biglietti cari come l’oro, fosse solo attiva in un ambiente condizionato dall’aria, nel senso dell’aria condizionata. Fuori da un clima sintetico è già bella che evaporata. Senza aggiungere altro i due si sorridono, si voltano e spingono le porte per rientrare nel negozio.

Ho sentito dire poi che il concerto è stato pessimo, sembrava tutto in playback, c’era pieno di ragazzini che ballavano fuori tempo e un’acustica inqualificabile.

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