di serie

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Ero al volante fermo al semaforo, uno dei tanti in circonvallazione, distratto dall’ennesimo tentativo di ricerca di una stazione radio con musica decente, addirittura stavo progettando una sorta di filtro anti-radiomaria per far sì che le devote frequenze siano bypassate automaticamente dai sintonizzatori, quando ho avvertito con la coda dell’occhio un bicchierino di carta appoggiato al finestrino e una mano che bussava da fuori. Immediatamente ho azionato il no grazie anti-lavaggio e anti-elemosina o anti-tutti e due, poi ho riconosciuto la vecchina con la gamba deformata e il ginocchio retroverso, che non so se sia la stessa ma ce n’è un’altra con un analogo problema in Corso Vittorio Emanuele. Non ho fatto in tempo a vederla bene in viso, perché il gesto di rifiuto era stato piuttosto esplicito e quando ho riflettuto sulla coincidenza si era già mossa verso l’auto dietro la mia. Poi però mi è venuto in mente che ce n’era una con la stessa identica malformazione a Genova, me la ricordo in via XX Settembre sotto i portici. Così ho pensato che potrebbe essere la stessa che si è trasferita a Milano. Ma poi mi sono guardato nello specchietto retrovisore, mi sono detto chissà se sono tre vecchine diverse, e mi sono sentito libero di pensare anche un’altra cosa.

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