il canto della sirena

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Continua a sfuggirmi il meccanismo di funzionamento dei sistemi di allarme delle abitazioni. Quando si è presentata la necessità di proteggere meglio il mio appartamento dopo una – diciamo – visita di scortesia e ho dovuto scegliere tra un allarme acustico e un robusto set di cancelletti e inferriate non ho avuto dubbi, i preventivi più o meno erano equivalenti. Ma la risposta è insita nei due scenari standard e relative varianti che comprendono un antifurto che si attiva e relativo richiamo sonoro:

  • a) sono in casa e mi viene un infarto, addio diamanti, quadri di valore, argenteria e pellicce di visone oppure sono in casa e non mi viene un infarto, il che è peggio e devo affrontare a mani nude o con la rotella della pizza la gang di professionisti che mi annienta in poche mosse e, oltre a dire addio alla mia vita, sparisce anche tutto il resto
  • b) sono in vacanza per venti giorni e l’allarme suona all’una di notte, intorno non c’è nessuno quindi le possibilità che la sirena funzioni da deterrente sono nulle. I ladri hanno tutto il tempo di fare il pieno dei gioielli e delle numerose pietre preziose di mia moglie e della mia collezione di monete antiche facendo saltare con la dinamite la porta blindata del caveau che ho nel retro della sala biliardi, tanto nessuno poi chiama le forze dell’ordine e se qualcuno le chiama arrivano dopo venti minuti

Ecco, il caso b mi è più familiare perché è successo nei pressi di casa mia proprio stanotte. Perché poi uno pensa che gli antifurto siano collegati a chissà quale centrale operativa universale che, indipendentemente dalla distanza, manda una sua pattuglia nel giro di pochi minuti sul luogo del crimine. Magari i più sofisticati sono anche così, non lo so. Non è più come ai tempi delle caverne che il minimo rumore veniva percepito come un’insidia e una minaccia alla sopravvivenza del clan, oppure come quando le campane dei paesi suonate in orari anomali raccoglievano a rapporto tutta la cittadinanza per fare fronte a un’emergenza, come un incendio.

Sta di fatto che l’allarme è scattato la prima volta – non vi dico l’intensità della sirena – in una villetta a pochi metri dal mio condominio, e nel deserto pre-ferragostano devo essere stato l’unico a vincere la pigrizia del pensare che si trattasse di un banale corto circuito o di un gatto impertinente, così ho chiamato la Benemerita. E la sirena era una di quelle che – giustamente – suona per un paio di minuti, poi si quieta, quindi riprende dopo un po’ e così via, per tutta la notte. Mentre i padroni di casa probabilmente erano a godersi le meritate ferie a Sharm e noi a farci tutte le congetture possibili e immaginabili sulla dinamica di quel fattaccio di cronaca nera che ci stava togliendo il sonno propedeutico all’ultimo giorno lavorativo. La volante è passata dopo un abbondante quarto d’ora proprio in un momento di silenzio e calma piatta. Il tempo di scendere in strada per dare maggiori indicazioni che non c’era già più nessuno, gli agenti non avevano ritenuto opportuno soffermarsi di più. Così di lì a poco ecco il successivo round di allarme, poi un altro e un altro ancora e così via, fino all’ultimo che ho percepito mentre mi allontanavo stamattina per recarmi in ufficio dopo una notte trascorsa dormendo poco e male. Insomma, sembravo solo io l’unico a preoccuparsi. O forse ero davvero l’unico superstite. Il dubbio che mi rimane è se l’antifurto continuerà così fino allo spegnimento al rientro dalle ferie degli inquilini. Per fortuna a breve partirò anche io, che però ho scelto cancelli e inferriate.

6 pensieri su “il canto della sirena

  1. Caro Robi, i miei cancelli ed inferriate sono stati fatti saltare, i CC dicono per mezzo di un divaricatore pneumatico, come fossero di pan carrè. Ferri da 16 mm piegati come fossero di burro, il tutto in silenzio ed, ammetto, provocando tutto sommato un danno limitato, refurtiva a parte. Morale: nulla può tener fuori un ladro scaltro e ben attrezzato, ma molto può esser fatto per fargli scegliere un altra casa. Meglio inferriate più antifurto che una sola delle due cose. Anche un bel cartello ‘non superate la linea di fuoco, ho buona mira, un badile e tanto cortile dove scavare’ tante volte, aiuta.

  2. Che poi, gli allarmi partono anche da soli. La villa qui accanto suona come una dannata ogni tre ore. Qui c’è gente che studia, almeno, muovetevi a rubare!

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