in effetti, visto il colore e la forma, potrebbe essere una zucca sottoposta a tuning

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Non so se vi è capitato di leggere qualche giorno fa la mia storiella sulle automobili, che uno può pensare che sto raschiando il fondo del mio barile esperienziale per portare avanti questo blog se ho parlato persino di due delle varie macchine che mi hanno accompagnato fino a qui, e perdonate anche questo tono da grande intrattenitore come se fossi uno di quei anchorman televisivi o un Letterman da venticinque ascoltatori. Così vorrei tornare sull’argomento (quindi fate in tempo a cambiare su rai 5 che ci sono le repliche di Letterman sul serio) perché manco a farlo apposta poco dopo aver scritto quella cosa lì sono entrato dopo dieci anni in una concessionaria. Non stupitevi di questo sesto senso che parlo di una cosa e poi succede, sono un po’ paragnosta e non sono storie. Quando c’è stata la scossa di terremoto, la settimana scorsa, l’ho percepita con ampio anticipo ma non l’ho detto a nessuno perché con il pavimento flottante in ufficio farei la figura di una mitomane qualsiasi. Comunque, mi era capitato di ascoltare l’audio di uno spot in tv, facevo dell’altro e così ho realizzato con una latenza da sistema operativo a 16 bit quello di cui si trattava. Intanto si parlava di automobili, e non c’era David Gahan che cantava “People are People”. E non mi è rimasto granché in memoria se non la marca, Opel, e un numero, anzi, una rata mensile: 99 euro. Senza interessi. Senza anticipo. Niente di niente.

Sembra impossibile, mi ha detto mia moglie. E io a confermarle che no, avevo capito bene. 99 euro senza interessi e senza anticipo. Ora, è vero che la nostra Picasso è un vero trattore, ci ha portato ovunque e non ci ha mai dato problemi. Ma i 120 mila km di cui parlavo qualche giorno fa ci sono tutti. Abbiamo cambiato la cinghia ma siamo nel pieno degli assestment, pardon, le revisioni un anno sì e un anno no. Nell’eterno alternarsi schizofrenico di “la cambiamo” e “non abbiamo i soldi”, quando si intravede una via di uscita all’indecisione ecco che ci si fa un pensierino. Così abbiamo fatto visita a un concessionario qui vicino per chiedere un approfondimento a conferma dello slogan facile con cui lo spot aveva acchiappato la nostra curiosità. Ma sapete come sono i venditori di auto, vai lì per chiedere una cosina e ti ritrovi a sgranocchiare un pezzo di croccante seduto alla loro scrivania. Loro inseriscono dati e variabili e tempi e condizioni di finanziamento e i loro sistemi gli restituiscono un foglio dove devi scendere fino all’ultima riga e capire se ci stai dentro o se sei fuori dal gioco o se, come fanno in molti, sei in grado di rischiare. Magari non mangi più ma ti muovi da casa all’Esselunga con 50 mila euro di gippone sotto il culo.

E loro, i commerciali, si schermiscono dicendoti che gli tocca la parte del poliziotto cattivo, ovvero quella di tarpare le ali di libertà dei clienti che arrivano lì con la speranza di spendere 99 euro al mese per una macchina e basta e che invece non finisce così. Perché intanto i 99 euro sono per un modello di auto che non è quello che volevi prendere tu ma è quello entry level. E soprattutto il finanziamento a tasso zero non è su tutto l’importo ma su una parte, alla quale occorre aggiungere un acconto, che per la macchina che ci interessava era di 8 mila euro, e una maxi rata finale, dopo i quattro anni a 99 euro al mese, anche quella piuttosto cospicua. “Ma di che vi preoccupate”, ci dice a quel punto il venditore, “c’è anche da tener conto della rottamazione dell’usato. L’avete qui?”, ci chiede. E a quel punto un po’ ci vergogniamo. Perché è parcheggiata lì fuori tra le macchine in vendita tirate a lucido. Per come l’abbiamo tenuta, i graffi, le ammaccature, lo specchietto retrovisore tenuto con il nastro adesivo, tanto che veniamo informati del suo valore e così torniamo a casa lasciando un poco convincente proposito di pensare all’offerta. Un’auto che costa più di 20 mila euro, ottomila alla firma del contratto, quattro anni a quasi 300 euro al mese di rate, il resto alla fine. Tutto a tasso zero, eh.

La morale della storia sulle automobili, e vi prometto che non tornerò più sull’argomento,  è che la spia “avaria motore” della Picasso che avevamo già fatto controllare e che è tornata ad accendersi, una volta risaliti in macchina non si è accesa più. Forse la Picasso ha pensato che volevamo liberarci di lei e ha finto di essere in salute. Ma non preoccuparti bellezza, pensavo di dirle. Sarai la nostra auto ancora per molto, almeno altri 120 mila chilometri.

2 pensieri su “in effetti, visto il colore e la forma, potrebbe essere una zucca sottoposta a tuning

  1. A 120.000 km una macchina e’ ancora nuova. E attento! La tua e’ una macchinuccia carina ed educata! Io quando solo iniziai ad ipotizzare di cambiare forse una mia vecchia macchina di 13 anni di eta’ e millanta km, che comunque pensavo in realta’ di tenere ancora per un po’ che’ fin allora non mi aveva dato un problema, essa, la stronza suscettibile e permalosa, mi mollo’ come un marito fedifrago in mezzo al traffico del raccordo anulare col cavo della frizione rotto proprio mentre andavo ad un appuntamento del tutto interlocutorio con un concessionario.

    La guidai cambiando marcia senza detta frizione nel traffico stop and go per cinque km, riparcheggiai la permalosa in un parcheggio tranquillo, pagai il carrattrezzi caro-e-amaro perche’ il parcheggio era extra-raccordo e quindi extraurbano (per 100m ho pagato il doppio), cambiai, pagandolo, il cavo con uno nuovo, la batteria che usci’ distrutta da cinque km di spegni-metti-la prima-riaccendi e dopo qualche mese anche la macchina.

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