maggiore, minore e uguale

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Sono gemelli anche nella rapidità in cui consumano il pranzo. Ordinano la stessa cosa, in genere un primo poco elaborato o qualche piatto veloce chiedendo al cameriere, se possibile, di fare presto. Sono gemelli e sono anche colleghi nello stesso studio legale di proprietà dello zio paterno, che non ha figli e si accontenta dei nipoti. Il tutto viziato dal fatto che da quando ci sono loro è anche una sorta di attrattiva per i clienti. Avere due praticanti che sono due gocce d’acqua a tutti gli effetti suona un po’ come sfoggiare un fenomeno da baraccone, nemmeno lo studio offrisse consulenza con l’avvocato cannone, o il divorzista più alto del mondo, o l’esperto in tributi che salta da un trapezio a un altro senza rete, roba che se in ambito legale si potesse fare pubblicità potrebbe essere sfruttato a mo’ di metafora. Oppure il notaio freak che firma atti tenendo la stilografica tra le dita dei piedi. Cose così. Non credo però sia possibile fornire una difesa con due legali che parlano all’unisono e fanno quell’effetto speculare che potrebbe divertire la corte e l’accusa. Dura lex sed lex. Infatti non è il nostro caso.

I due gemelli sono due professionisti presentabilissimi e molto distinti. Due bei ragazzi, davvero. Hanno lo stesso taglio di capelli, la barba di qualche giorno della stessa lunghezza. Ultimato il pranzo e il caffè, li vedi nel cortile interno della tavola calda a fumare una sigaretta da soli, posizionati in perfetta simmetria rispetto a un ipotetico piano cartesiano, l’uno di fronte all’altro. Hanno lo stesso timbro di voce e si esprimono allo stesso modo, un parlato un po’ strascicato ma essenziale. Pochi termini. Frasi concise. Una struttura di conversazione che facilita l’inserimento altrui, almeno tra di loro. Ma non si guardano negli occhi. Lievemente di tre quarti, dialogano come se l’uno vedesse l’altro alla tv mentre risponde, intervistato, alle domande di un giornalista invisibile. Entrambi un po’ curvi, alti uguali, le scapole lievemente sporgenti sotto il cappottino elegante. Capi dello stesso modello, manco a dirlo, ma di sfumature di grigio tribunale lievemente diverse. Stesso discorso per l’abito e le Clarks. D’altronde avere la stessa taglia e abitare sotto lo stesso tetto reca molti vantaggi a due gemelli, per esempio avere a disposizione un guardaroba grande il doppio e scambiarsi i vestiti a proprio piacimento. Un quadretto allarmante, vero? Li osservo e immagino un film horror, avete capito a cosa mi riferisco. Poi rifletto sul vantaggio di essere in due e identici. Avevo sentito di una coppia di sorelle che, iscritte allo stesso corso di laurea, sfruttavano la loro forte somiglianza presentandosi ciascuna due volte allo stesso esame. Una a nome vero, la seconda in vece della sorella, per una divisione perfettamente alla romana del piano di studi. Le foto sul libretto praticamente uguali. Mi ricordo anche di tutte quelle dicerie sui gemelli che soffrono degli stessi dolori e disagi a distanza, c’è anche tutta una letteratura a supporto. Mi chiedo poi quanta percentuale di unità si esaurisca quando uno dei due viene a mancare. Forse la metà diventa l’intero. Nel frattempo i due gemelli rientrano dopo la sigaretta. Uno solo va a recuperare le borse al tavolo, il fratello va a pagare per entrambi.

6 pensieri su “maggiore, minore e uguale

  1. “Avevo sentito di una coppia di sorelle che, iscritte allo stesso corso di laurea, sfruttavano la loro forte somiglianza presentandosi ciascuna due volte allo stesso esame. Una a nome vero, la seconda in vece della sorella, per una divisione perfettamente alla romana del piano di studi.”

    Fantastico.

  2. horror allo stato puro. mi ricorda le gemelline di shining, quelle con le trecce vaganti nel corridoio invaso dal sangue, brrr… 🙁

  3. I gemelli hanno sempre suscitato grande fascino. Anche per la scienza. Ma condividere la mia individualitá con qualcun altro mi inquieta

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