stretti negli ingranaggi

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L’elettronica non vi deve spaventare, non ha mai fatto male a nessuno perché è tutta compressa dentro circuiti e sistemi integrati che per la natura stessa della disciplina in sé, che mira alla progressiva miniaturizzazione come fine ultimo, aumentano le loro prestazioni più le loro dimensioni sono ridotte. Tanto che un chip è più evoluto tanto è più piccolo. Quindi anche se in potenza un’unghia di silicio può fare i miracoli, alla fine senza un qualcosa che ti dà l’impulso per farla caro il mio processore resti lì immobile come una materia inanimata qualunque. Immaginate la stessa cosa con i vostri dispositivi consumer preferiti. Uno smartcoso di per sé non vi si può rivoltare contro, magari vi fa dannare perché non conoscete a fondo tutte le funzionalità oppure è davvero uscito difettoso dalla fabbrica, comunque se non vi piacciono le cose che trasmette, per esempio siete vittime di stalking oppure all’altro capo della conversazione c’è qualcuno che vi sta vessando con le sue angherie professionali, si fa presto a buttare l’aggeggio parlante nel cesso e tirare lo sciacquone e il problema è risolto all’origine. Il nemico è neutralizzato. Forse è per questo che l’informatica ha avuto così tanto successo sul genere umano, perché consente grandi soddisfazioni come copiare e incollare testo da una parte all’altra senza doversi ricordare nemmeno una parola, ma soprattutto perché è totalmente controllabile. Noi poi che siamo attirati dalle nostre paure come ci dicono certi psicanalisti che sostengono che le evochiamo ma solo per esorcizzarle, ci facciamo sopra poi i film e inventiamo pure i romanzi sui cervelli elettronici che prendono vita e si ribellano sobillati da qualche forza occulta che poi alla fine, con l’informatica, non c’entra granché, malgrado  in tempi di complottismi ed esoterismo spinto l’ignoranza tenda a far nascere la sete di mondi ultraterreni sviluppati in codice binario. E in questa corsa alla virtualizzazione delle nostre angosce ecco che trascuriamo ciò che invece può procurarci grattacapi. La meccanica, ecco quello di cui può esser lecito aver paura. Le macchine, di qualsiasi tipo, tutto ciò in cui l’energia si trasforma in movimento di componenti a ingombro, forza e velocità superiore alla nostra. I motori che muovono abitacoli in plastica e simil-radica con gente a bordo su e giù per le autostrade italiane. I transatlantici così giganteschi che poi ti sfido a fermarli in prossimità di uno scoglio a cui dare la precedenza. I forni e il loro calore e gli ambienti intorno per i quali spesso persino la normativa sulla sicurezza fisica è a malapena sufficiente. Ogni tipo di impianto in grado di svolgere una funzione a sé una volta acceso e che termina il proprio vigore solo quando il propulsore si esaurisce, come l’automobile con i freni rotti che interrompe la sua corsa una volta a secco di benzina. Quindi abbiate a cuore il vostro personal computer, dove al massimo vi potete fare male lasciando il dito chiudendo il cassettino del lettore dvd, oppure portando sulla schiena troppo a lungo portatili pesanti di vecchia generazione. I tempi moderni, quelli dell’uomo stritolato nella catena di montaggio, sono finiti. Oggi basta spegnere e riaccendere, in caso di dubbio.

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