alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 22.04.13

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Civati, “Tutta colpa vostra”: il Pd ha deciso: è tutta colpa vostra. Dei vostri tweet e dei vostri commenti. Siete il «popolo della rete», quello che fa sbagliare (!) i parlamentari con le sue indicazioni. Non ci interessa sapere se abbiate una vita o un lavoro (o non l’abbiate). Ci interessa solo poter dire che i vostri tweet (e anche gli sms) sono eversivi.

Giovanna Cosenza, “Il “golpe” di Grillo: fra satira, media e piazze”: Il turpiloquio, le esagerazioni e le invettive che caratterizzano il linguaggio di Grillo non vanno mai presi alla lettera – lo dico da tempo – perché sono tecniche che la satira usa fin dall’epoca di Aristofane, e Grillo è anzitutto un autore satirico che da questa tradizione viene. Purtroppo però, quando cerco di spiegare questa cosa ai giornalisti, ai lettori, a chiunque mi chieda un parere sulla “sparata” grillesca di turno, finisco per essere guardata con sospetto, come se io volessi nobilitare Grillo inserendolo in una tradizione antica, come se negassi il potenziale di aggressività o addirittura di “fascismo” – come dicono alcuni – che la sparata contiene.

Linkiesta, “Grillo e i nuovi sanculotti: intrupparsi è idiota”: Di extraparlamentarismo parlamentare ne abbiamo visto di ogni colore, i ministri di Rifondazione che si univano agli scioperanti, gli onorevoli del Pdl che occupano Palazzo di Giustizia per difendere il loro capo dalle toghe rosse, quelli della Lega che teorizzano la macroregione del Nord o mangiano mortadella davanti a Montecitorio contro l’elezione di Prodi. Rappresentanti che invece di rappresentare e legiferare fanno i cortei contro le leggi e i legislatori. In una parola, contro se stessi. Perché sono casta, ma si credono popolo. Il popolo della Padania, il popolo di Mediaset, il popolo della sinistra, il popolo delle partite Iva. E adesso il popolo del web. Che poi significa 4 milioni e mezzo di utenti twitter, 23 milioni su Facebook rispetto a 47 milioni di elettori. È questa la nuova “avanguardia cosciente” che pretende di interpretare la volontà collettiva. Nella piazza virtuale, e ora anche in quella reale.”

Radio Free Mouth, “I jeans femminili”: Le donne sono capaci di portare avanti interi dialoghi – monologhi, se gli interlocutori sono uomini – sui loro jeans.

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