alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 02.07.13

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theselbmann, “#CHEVITADIMERDA”: Ma poi perché vai a una festa che non ti interessa? Che ti frega? Non è un colloquio di lavoro, non è un pranzo di famiglia, non è un obbligo di nessunissimo tipo. Ma ti senti in dovere di esserci, un po’ perché sembra brutto, un po’ perché almeno ti mantieni qualche conoscenza, o mezza conoscenza, che ti aiuta a sentirti meno marginale. E poi alla fine di chi è il compleanno?

il mucchio, “Live: The National”: Togliamoci subito l’impiccio: è stato un grandissimo concerto.

ciwati, “Un fan potenzialmente pericoloso”: A me è capitato un’altra volta, l’unica volta che – da provinciale, appunto – sono stato a New York. Che sono proprio uscito, e non volevo salire aull’aereo. E ho passato e ripassato il controllo con il metal detector, perché non volevo più tornare a casa. Mi sembrava di essere arrivato in un posto.

jumpinshark, “Falce e Startup (fisiocrazia e biopolitica)”: Nel lustro 2007-12 – o meglio, per dirla con citazioni memorabili, da “mandiamo i bamboccioni fuori di casa” di Padoa Schioppa a “i giovani non devono essere troppo choosy” di Fornero – un formidabile dispositivo di controllo sociale si è imposto in Italia: i giovani non hanno voglia di lavorare.

Luca Telese, “L’Italia può ripartire se prende a modello la Gambaro”: Ma sono rimasto stupito anche dal personaggio della Gambaro, così diversa dagli stereotipi costruiti contro di lei in questi giorni tra attacchi e denigrazioni via web. Non certo una scaltra cospiratrice, ma piuttosto una esponente autentica – e a tratti persino candida – della società civile, con tutte le sue ingenuità, i suoi dubbi, le sue incertezze.

Rivista Studio, “L’importanza della scatola”: “Condividi una Coca-Cola” è la fortunata operazione della multinazionale di Atlanta che permette a chiunque, grazie alla sorprendente evoluzione delle tecniche di stampa nel packaging, di scrivere il proprio nome o quello di un amico o di un parente sulla lattina di Coca-Cola. Un’attività di marketing che non si esaurisce solo nei luoghi del tour itinerante, ma che prosegue in tutti i supermercati e negozi dove sono disponibili i vari prodotti Coca-Cola personalizzati con i 150 nomi propri più diffusi in Italia.

Tornasole, “Scorticare la coda”: Le code. Le code nel traffico di Roma; le code al supermercato davanti al banco dei salumi, a quello del pesce e a quello del pane; le code nelle sale d’attesa degli ospedali; le code nella pubblicazione dei propri articoli sulle riviste scientifiche di Minchiologia Applicata; le code negli uffici amministrativi; le code che adesso non mi vengono in mente ma che mi verranno in mente quando le farò di nuovo, perché le farò di nuovo. Le code tutte, anche quelle della rana pescatrice, che mi fa schifo solo a vederla, e quelle dei cani che te le sbatacchiano addosso per strada.

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