alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 19.10.13

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L’Unità, “Newsroom, la serie tv Usa sulla fine delle “larghe intese”: Questo dibattito, che ha diviso partiti, intellettuali e opinionisti, non ha riguardato solo la sinistra (basta ricordare Indro Montanelli) e non è stato nemmeno un dibattito soltanto italiano. Qualcosa di simile è accaduto in tutto il mondo, come dimostra la serie televisiva americana appena lanciata in Italia da Raitre – the Newsroom – che ha per protagonista un giornalista repubblicano alle prese con la mutazione genetica (avremmo detto noi) del suo partito.

oglaroon, “ecco s’avanza uno strano soldato”: – Mamma, ma perché quelli di destra sono ricchi? – Come? Chi te l’ha detto? In che senso? – No, non me l’ha detto nessuno. Però Giovanni, che è ricchissimo, ha il papà di destra. E anche Clara. Invece Alessio ha pure lui il papà di destra, ma la mamma ha votato Nichi, come te, e quindi è di sinistra.

Vittorio Zucconi, “No-no-tav”: Alla manifestazione dei No-Tav a Roma oggi non parteciperanno i No-Tav come scritto dai soliti giornali collusi e prezzolati. Dunque No-No-Tav. Se per caso ci saranno No-Tav, arrivati proprio nei pullman e nei treni organizzati proprio dai No-Tav, saranno No-Tav a titolo personale, ma non vuole dire che siano Si-Tav, come la doppia negazione potrebbe ingannevolmente far credere, sempre No-Tav rimangono, cioè, chiaro?`Chiarissimo.

Potato Pie Bad Business, “Top 5 – Bruce Springsteen e il Cinema”: La prima canzone di Bruce Springsteen che ho ascoltato in vita mia è stata Streets of Philadelphia. Era il 1995 e avevo appena finito di vedere su Telepiù con mio papà il film di Jonathan Demme e, per quanto fossi piccolo all’epoca, non ero rimasto indifferente di fronte alla forza drammatica della pellicola. Ricordo che mi era piaciuta, soprattutto, la canzone portante, che era di Bruce Springsteen. Fino a quel momento, non avevo la minima idea di chi fosse.

Popolino, “Di qualunque cosa, però parlami (il congresso Anna Oxa)”: Regole d’ingaggio del congresso Pd.

redpoz, “Dei delitti e delle piene (carceri)”: Qui entra in gioco Foucault: secondo il filosofo francese, infatti, che il carcere sia criminogeno rientra esattamente fra le tecniche del potere.
Per il potere non è conveniente sradicare completamente (o quasi) la criminalità, perché perderebbe una leva importante per il proprio consenso: la paura, la necessità del controllo sociale. Quindi, si assicura che vi sia sempre un “tasso fisiologico” di recidiva. Insomma, detto brutalmente, in tal modo lo Stato opera perché vi sia sempre un “numero sufficiente” di delinquenti (attuali o potenziali) in circolazione.

Il Post, “I 40 anni di Quadrophenia”: Per Quadrophenia, tutto partì da un racconto di Townshend che ripercorreva i primi anni di attività della band e gli anni della cultura Mod, un movimento giovanile che aveva creato una popolare moda estetica e musicale: ne uscì un nuovo lungo album pensato come la colonna sonora (effetti sonori inclusi) di un ipotetico film su un ragazzo londinese degli anni Sessanta. Quadrophenia racconta la storia di Jimmy Cooper, un giovane adolescente mod in cerca di risposte e di guai – come molti adolescenti – ma per di più affetto da una particolare forma di “doppia” schizofrenia: ospita in sé quattro personalità diverse (da cui il titolo dell’opera), che rappresentano ciascun componente degli Who.

Luca De Biase, “Bassanini, Catricalà, Caio. Separazione della rete Telecom”: C’è la preoccupazione del degrado. Che va dimostrata. E c’è la preoccupazione del mancato sviluppo. Che è più facile da sostenere. In generale, si teme che una società privata – soprattutto se è fortemente indebitata – investa nella rete solo per servire una domanda evidente, mentre la modernizzazione del paese ha bisogno di un’infrastrutturazione proattiva, che in qualche modo solleciti la domanda. Il tema è politico, dunque.

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