opportunità di strage

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Se uno ci riflette un attimo a fondo è un controsenso. Ma come, sei un animale sociale, addirittura fai di tutto per farti notare, apprezzare, condividi persino tutte le volte che vai al cesso su Instagram e poi te ne salti fuori che non sopporti le persone. Perché prima fai uscire tutti quelli che leggono le cose che scrivi che sono pochi e magari la pensano pure come te sul prossimo ma, nel dubbio, è meglio essere prudente. Poi metti in salvo le fasce che ritieni più deboli, quelli che ti fanno tenerezza o verso i quali non riesci a non essere indulgente, in fondo non è colpa loro, sono vittima di trent’anni di tv commerciale e ora hanno pure tutto lo spazio che vogliono sui socialini ed è naturale che postino le loro foto in controluce, non tutti hanno potuto frequentare un corso di fotografia e solo perché hanno l’icoso con millemila giga di spazio possono salvare tutti gli scatti che vogliono per poi farteli vedere. Sì, ci sono anche gli amici, pochi, senza contare che fai fatica a mettere il naso fuori di casa e ogni volta è la stessa menata. Ti stupisci di chi ti ruba il parcheggio, dei genitori che insultano l’arbitro che non ha fischiato l’invasione a favore della squadra di serie infima di pallavolo della loro figlia, degli apologeti di ogni dottrina sacra o profana che ti promettono una vita che vedono solo loro. Comunque quei pochi che ne vale la pena li hai avvisati in tempo, come in quelle leggende metropolitane dei terroristi che avvertono il tizio che si distingue per una buona azione di non recarsi il tal giorno nel tal posto perché potrebbe saltare tutto. Ecco, ultimata questa distinzione al millimetro tra sommersi e salvati, il resto ogni volta che esci pensi che la gente, davvero, non sta per niente bene.

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