un blog a zero stelle

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Potete accusarmi di qualsiasi pensiero contraddittorio e dimostrarlo con i fatti è facile, basta cercare una cosa e poi il suo opposto in questo spazio e sono certo che troverete tutto quello che vi serve. Ma su una cosa non ricordo di aver cambiato idea: potete tranquillamente mettermi tra i più veementi oppositori della semplificazione e della conduzione delle guerre attraverso i simboli. Mi spiego meglio. La semplificazione, che è diversa dalla sintesi che avviene nella politica, si manifesta quando si raccolgono tante, anzi, troppe istanze e le si riducono ai minimi termini per giustificarne la compresenza. Nel M5S credo sia accaduto un po’ questo: sviluppatosi su tentativi di fornire risposte terra terra a problemi piuttosto pratici, alla fine i suoi rappresentanti sono stati costretti a mettere in pratica dei bignami metodologici per non disorientare l’elettorato di riferimento. Che poi è una dinamica che ha sempre funzionato, dai canti all’unisono durante i cortei fino alla comunicazione politica come la si fa sul web. Ed ecco che il link con l’altro aspetto, la guerra dei simboli, è facilmente intuibile.

Ora, dimenticatevi per un istante, se siete seguaci di Casaleggio e Grillo, del perché vi siete lasciati travolgere da questo fenomeno di dissenso ipovedente e provate a pensare a quali connotazioni sta assumendo la sua massa di simpatizzanti con le sue due principali armi persuasive, che combinazione sono proprio la semplificazione, e mi riferisco a cose come “regalano i soldi alle banche!!!11!” oppure “c’è la mafia nel parlamento” e altre numerose generalizzazioni a cui sembra dovremo abituarci perché alla gente la generalizzazione piace, è facile da imparare e ricordare e non richiede uno sforzo poi tanto maggiore a quello che si impiega nell’assistere a un programma televisivo.

Sui simboli, il rogo dei libri di Augias che si sta consumando con tanto di selfie su Twitter o i “boia chi molla” che poi no, non è una frase fascista tanto quanto con la svastica i Romani ci decoravano le ville a Pompei e allora sfido voi del M5S a mettervi le piastrelle con la svastica in bagno e poi vediamo se inviterete ancora qualcuno in casa vostra. Ecco, io che preferisco metterci un po’ di più di analisi, almeno quanto serve per distinguere le cose anche nei confronti di chi, anziché impegnarsi nel cambiamento di un partito di centro-sinistra ha sbattuto la porta e ha preferito la strada a quattro corsie della rivolta ignorante, io trovo davvero disdicevole gettare via una storia democratica con questo modo grossolano di decostruire un patrimonio istituzionale che, attenzione, è vostro, mio, loro, di tutti. Mi ritengo raffinato, almeno da questo punto di vista, e su queste pagine state tranquilli che non troverete mai un plauso verso la faciloneria e il pressapochismo ideologico. Comunque, Grillo merda, raga.

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