alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 26.02.14

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Call me Leuconoe, “Trent’anni e non sentirli”: Domani avrò trent’anni, ma in realtà me li sento già da un pezzo. Io gli anni li conto alla latina: nel trentesimo anno ci sono entrata già a ventinove. La verità è che mi piace quest’età: non la cambierei con i sedici anni liceali o con un’infanzia di mense scolastiche. Con gli anni dell’Università, forse con quelli sì, quando il massimo della mia preoccupazione era riuscire a prendere trenta e lode all’esame di filologia romanza. In fondo, penso, fanno bene quelli che a trent’anni ancora devono laurearsi, quelli che passano la vita all’università, tra libri, lezioni ed esami. Quelli che possono perdere tempo perché il padre un lavoro nello studio legale dell’amico glielo rimedia di sicuro – che è ben altra cosa rispetto a quelli che si laureano tardi perché lavorano di giorno e studiano di notte: ci sono passata e queste cose le capisco. Mica mi chiamo Michel Martone o John Elkann, io.

chi ha paura di virginia woolf?, “L’età dell’oro”: Succede che le guardo, a volte, quando il loro pensiero sembra perdersi in quegli occhi dolci, uno sguardo lungo sul mondo e su niente. Brillano di sorrisi, belle come non saranno mai più.

Day Off Londra, “Ciò che conta è la bicicletta”: Eppure li guardo sempre con invidia quelli che vanno al lavoro in bici: gli hipster con i loro baffi, i pantaloni col risvolto e le biciclette a scatto fisso, quelli con abbigliamento supertecnico, caschetto, guantini e scarpette con gli attacchi e quelli che legano la bici con due catene e si portano in ufficio sella e ruote. Poi ci sono i bulletti con la bici che si piega e quasi si mette in una borsa, ma loro non fanno testo.

Diegozilla, “Vivere e lavorare nell’era della casta”: Prima o poi, ti ritrovi sempre con un grillino attaccato al collo. È come con gli agriturismi in toscana, sono loro che trovano te. Se non è un grillino è un rivoluzionario da tastiera, un forconista, un complottista, un avanguardista moralista, un ribelle che indossa una maschera sotto copyright Warner, un deluso dalla vita, uno con dei problemi con il tasto maiuscole. Credo sia colpa del loro ditone, l’indice, quello che usano per scrivere e che poi ti puntano addosso ringhiando.

Riflessioni quasi analitiche, “L’Unione Sovietica E L’Abitudine A Cancellare Le Persone”: Grigori Nelyubov è il nome di un cosmonauta scomparso nel nulla. Questo accadde a causa dell’inveterata abitudine sovietica di pretendere che la memoria di qualcuno potesse essere cancellata se quel qualcuno era fonte di imbarazzo.

Nuovo e Utile, “Perché il lavoro intellettuale va pagato”: Metà dei lavori di oggi spariranno nel giro di vent’anni. A dirlo è una multinazionale dei mass media come AOL, e non è un’affermazione estemporanea: già nel 1999 il Department of Labor americano sosteneva che il 65% degli studenti delle scuole superiori si sarebbero ritrovati a fare lavori che ancora non c’erano. È invece la MIT Technology Review a spiegare come nei prossimi vent’anni verrà automatizzato il 45% dei lavori oggi esistenti in America, cominciando da trasporti, logistica e amministrazione.

Pendolante, “Di moschettoni, serrature e bazze varie”: Anche senza tirare in ballo eventi apocalittici o tragedie personali, il quotidiano porta con se le sue fatiche. L’elenco personale lo lascio fare a chi legge, ma tra l’andare, il venire, il correre, organizzare, lavorare, gestire per sé e la famiglia, a volte ci si stufa. Poi ci si mettono quelle piccole seccature che di per sé sono sciocchezze, ma mescolate al resto creano un ingorgo di pesentezze che ingobbiscono.

Canzone del giorno
The Cure – Close To Me (Funkanizer Remix) (grazie FDL)

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