beato il popolo che non ha bisogno dei cartelloni pubblicitari lungo le strade

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È una delle prime cose che si nota oltrepassando i confini italiani, almeno in direzione ovest, nord-ovest e nord, e probabilmente viceversa arrivando nel nostro paese da Francia, Svizzera e Austria, non so dall’est perché non ci sono mai andato. Facile supporre il giro di affari intorno ai cartelloni pubblicitari che, con una densità abitativa superiore a quella delle metropoli dell’estremo oriente, sottraggono agli automobilisti di passaggio la tetra vista dei capannoni industriali delle suburbie del nostro opulento settentrione, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Se vogliamo vedere il lato negativo, rendono il nostro territorio ancora più una merda di quello che è. Strano, perché i paesi del piano di sopra stanno messi economicamente molto meglio di noi eppure non mettono a soqquadro senza nemmeno un minimo di linee guida grafiche gli spazi pubblici per spartirsi gli introiti. Anzi. Osservi le caratteristiche balle di fieno cilindriche riposare su immensi campi battuti dal vento e sentieri ordinati che tagliano le campagne appena al di là delle Alpi e pensi perché a Cinisello Balsamo non possa essere così. Perché è chiaro che con tutti quei supermercati e mostruosità iper-commerciali non ci sia altro mezzo per indurre chi percorre quelle strade nella tentazione di mettere la freccia e correre a digitare il pin del bancomat alla fila delle casse. I cartelloni pubblicitari sono inversamente proporzionali al nostro amore per il territorio e espressione del nostro gusto estetico, e meno male che siamo un popolo di artisti e poeti. Eccolo il genio italiano, il genio del male.

11 pensieri su “beato il popolo che non ha bisogno dei cartelloni pubblicitari lungo le strade

  1. E ancora più singolare è il fatto che quelli, quelli dei piani di sopra si fanno pagare per mettere la pubblicità; a Roma e dintorni sono in gran parte abusivi: il Comune non ne ha nemmeno un ritorno economico.

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