tanto è tutto scritto negli archivi di stato

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Come la maggior parte di voi, anche io questa cosa degli archivi di stato pieni di documenti sui quali è stato posto il segreto che poi vengono resi di pubblico dominio, in uno stato abitato da persone e quindi da amministratori più o meno democratici, non l’ho mai capita. Voglio dire, apparati deviati e servizi segreti con la collusione della mafia e della P2 e il supporto della Banda della Magliana e lo zampino dei neofascisti mettono a ferro e fuoco il paese e c’è qualche impiegato che mette per iscritto questa fiera delle malefatte in uno schedario che poi però non può consultare nessuno. Quindi migliaia di parlamentari, ministri, segretari di partito si sono avvicendati al governo nel corso del dopoguerra e sono stati messi al corrente di quello che è l’equivalente del terzo segreto di Fatima per le istituzioni secolarizzate e nessuno ha mai vuotato il sacco. I casi sono due. O qualcuno è stato davvero pirla da documentare con prove su prove tutta una serie di nefandezze golpiste per puro dovere burocratico, un po’ come accadeva ai tempi della Germania nazista con la meticolosa elencazione di tutti gli esseri umani deportati nei campi di sterminio ma loro erano suonati oltreché tedeschi. Oppure qualcuno è davvero pirla da credere che su quei documenti sui quali viene tolto il segreto di stato ci sia davvero scritta la verità, come se uno commette una cattiva azione poi sente la necessità di dirlo a qualcuno o di scriverlo nemmeno si trattasse un blog. Ve lo immaginate? Evado le tasse con la mia partita IVA e poi scrivo di averlo fatto in un diario dei ricordi e lo metto nel cassetto non prima di aver applicato un’etichetta “top secret” giusto per disincentivare i curiosi. Oppure ancora questo armadio degli scheletri di stato è un’invenzione della più sfrenata fantasia dietrologica del novecento che solo una sete di verità ne ha alimentato la sua diffusione nel corso degli anni affinché non subentrasse, anche in questo caso, una sorta di negazionismo di maniera. Sono fermamente convinto che questo sia l’unico ambito in cui un po’ di sano complottismo non guasti, nel senso che in un paese che ha passato quarant’anni a darsi la zappa sui piedi per peggiorare le cose ci dev’essere stata per forza una regia al fine di ottenere un risultato così efficace. A meno che, come per gli antichi romani, si è manifestato un fenomeno tipo gli acquedotti con qualche sostanza corrosa dalle tubature che ci ha fatto diventare tutti idioti. Ma magari idioti lo siamo sempre stati e davvero qualcuno si è preso la briga di tramandare alle future generazioni l’entità di una cretineria istituzionalizzata. Insomma, in ogni caso non ne usciamo mica tanto bene.

2 pensieri su “tanto è tutto scritto negli archivi di stato

  1. Non credo sia per forza necessaria una regia… Penso che sia sufficiente una non-regia e lasciare che i piccoli interessi di bottega si sostituiscano ad essa. Una sorta di darwinismo all’incontrario!

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