esegesi di un annuncio per community manager

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Amici giovani precari che vi scornate con l’illusione che queste cose qui su cui perdete tempo anziché studiare vi offrano opportunità remunerative e che la visibilità su Internet possa essere scambiata con una busta dell’Esselunga piena di generi alimentari o almeno in quantità sufficiente a farvi arrivare alla settimana prossima, io che ho qualche anno più di voi ho la fortuna di saper interpretare al meglio l’oscuro linguaggio delle offerte di lavoro dedicate ai vostri profili professionali. Ho pensato quindi di mettervi a disposizione un veloce prontuario per tradurre in un italiano più concreto l’idioma con cui certe società attirano talenti ormai nemmeno più con lo spirito dell’usa e getta, ma quello del getta e basta nel calderone del nemmeno noi sappiamo quello che facciamo, ma avere personale fa comunque figo, poi tanto per pagarlo si vedrà, d’altronde se uno sta a vedere tutto. Ecco qui:

Descrizione del lavoro

Stiamo cercando persone appassionate che non si tirano indietro di fronte alle sfide = non c’è nemmeno il rimborso spese

Le cerchiamo giovani ma con la voglia di crescere velocemente in un ambiente in cui ci si guarda negli occhi e ci si confronta senza problemi = ti chiederemo di lavorare nei fine settimana tanto la fibra e un portatile ce li hai anche a casa

Le persone che cerchiamo hanno realizzato o partecipato alla realizzazione di progetti digitali, gestito professionalmente delle pagine Facebook, dei profili Twitter e si sono sporcate le mani con YouTube (nel senso che ci devono aver tirato fuori dei risultati minimamente spendibili perché a pubblicare un video sono capaci tutti) = se gestisci qualche spazio tipo sei di stocazzo se, o la fan page di Doraemon, oppure se sei uno di quelli che passa i giorni a spremersi di ironia su Twitter nella speranza di essere ripreso da Repubblica, Sora Cesira inclusa

Hanno lavorato nel food & beverage, negli spirits, nell’entertainment, nel luxury, nel fashion, nei servizi alle imprese, nell’energia e hanno capito che, per stare sui social, un brand deve avere una sua voce e che questa voce deve essere interpretata, posseduta fino in fondo = conosci la Nutella, la 500, le mutande D&G e sei pronto a comprarti qualcosa per recensirlo ma con i soldi di tasca tua

Ma sanno anche che questo non basta e che la voce e i contenuti del brand devono essere diffusi anche utilizzando quella meravigliosa trappola che è il socialadv = tuo padre ha qualche aggancio nella comunicazione tradizionale o in qualche casa editrice

Averne fatto esperienza vuol dire anche saper leggere i dati che stanno dietro, nascosti nelle dashboard e che sono la guida e il giudizio sul funzionamento e l’efficacia delle azioni = sei tu responsabile delle cose che scrivi, al primo epic fail ci metti la faccia e comunque sei finito

Competenze ed esperienze richieste

Queste persone devono / o almeno dovrebbero aspirare fortemente a:

– essere dei creatori di contenuti. Saper entrare nei temi e negli argomenti trasformandoli in qualcosa di originale. Si chiamano branded content e alcuni di concentrano sul tema dello storytelling, ma parliamo in fondo di scrittura, credibilità e stimolo della curiosità del lettore/utente (soprattutto quando parliamo di prodotti e servizi) = scrivi pure a cazzo, tanto gli utenti di Internet si sa che non riescono più ad afferrare il senso compiuto di ciò che leggono

– scrivere davvero bene e saper declinare la scrittura per i diversi canali (anche questo è banale, ma un conto è il tono e il lessico di una conversazione su Facebook, altro è lo stile e la sintesi creativa di un tweet. Non parliamo poi della scrittura di un blog o di un contenuto per un sito. Altre storie ancora) Devono avere cognizione di cosa fa un copywriter e magari averne fatto esperienza (sia in termini di scrittura che di lavoro a contatto con gli Art Director). Scrivere vuol dire anche saper progettare, ma anche saper presentare i progetti = sarai inserito con un periodo di prova per cercare telefonicamente nuovi clienti

– devono aver progettato o aver partecipato alla progettazione di contest, concorsi, iniziative a premio che abbiano coinvolto di canali digitali dell’azienda (siti, social, etc.) = dimenticati la creatività, ciccio, e stai pronto a sfoderare il meglio del tuo burocratese

– parlare e scrivere in inglese. Non parlerete tutti i giorni in conference call con clienti dall’altra parte del mondo, ma tutti i giorni dovrete leggere e aggiornarvi su materiali che sono solo in inglese = il nostro inglese è scadente, contiamo sulla vostra proficiency perché noi al massimo usiamo quei termini italianizzati dall’inglese marketing ma poi non sappiamo nemmeno chiedere un’indicazione all’estero

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