scambio bambina di dodici anni con due da sei

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Per scherzo qualcuno ha messo proprio questo annuncio e quando l’ho letto, per un momento, ho approvato l’iniziativa e poi mi sono come al solito vergognato in silenzio e, esaurito il consueto senso di colpa, mi sono fatto una risata. Stavo giusto pensando a come rappresentare in un grafico fattori quali l’engagement reciproco in un rapporto padre-figlia, l’investimento che comporta, l’entusiasmo che si disperde in altri meandri della vita con i cambiamenti dell’età in quei primi quindici/diciotto anni in cui ci si gioca praticamente tutto e, parallelamente, aspetti legati al diventare vecchi, il che non significa necessariamente indebolirsi e essere stanchi e quindi privi delle risorse necessarie a seguire le energie prorompenti di un vita che esplode in mille modi. Senza contare poi il piano su cui si stanno muovendo le giovanissime persone di quelle generazione, tutte touch e whatsup, snickers alte, abbreviazioni, felpe e pessimo rap italiano. Insomma, in questo piano cartesiano dove nell’asse x ci mettiamo gli anni che passano e in quello y un variegato quanto tumultuoso divenire degli eventi in cui basta assentarsi qualche ora per dover rifare tutto daccapo, mi immagino un linea blu – un colore a caso, la mia – in calo, una decrescita infelice dovuta però a fattori assolutamente fisiologici e una rossa a identificare mia figlia che è schizzata verso l’alto con valori record. Con la pre-adolescenza cambia il livello di supporto e di presenza genitoriale ma solo perché diminuiscono le opportunità di contatto tra i due mondi – mamma e papà su uno, prole sull’altro – e i momenti di confronto non è facile decidere come impiegarli. I genitori devono essere costantemente pronti perché si tratta di scambi spesso improvvisi che non sempre riusciamo a programmare, a volte ci si trova sprovveduti e i risultati sono deludenti. Da quello che ho letto tuttavia l’aver posto buone basi relazionali in ottica preventiva dovrebbe costituire una garanzia di credibilità per i tempi futuri, quando cioé il periodo della “stupidera” lascia il posto a personalità mini-adulte più propense al contatto con la famiglia di appartenenza. Insomma non ci dovremmo stupire di trovarci uno/a sconosciuto per casa che tenta di continuo esperimenti di emancipazione psicologica e culturale e di contrapposizione con i propri grandi di riferimento. Mia moglie ed io ci teniamo all’erta, facciamo quadrato in questa che non è certo una guerra ma che comunque ha tutti i caratteri di una sommossa popolare da tenere sotto controllo, fortemente disponibili ad accogliere un nuovo pari tra di noi e speranzosi di ritrovare, un giorno, tutte quelle cose in erba che già sembravano svilupparsi prima dell’avvento di questo tsunami emotivo.

10 pensieri su “scambio bambina di dodici anni con due da sei

  1. Non avendo figli naturalmente non posso portare una testimonianza personale, penso che fare i genitori sia una complicata ed entusiasmante avventura.
    E pur conoscendoti solo attraverso i tuoi scritti penso anche che la tua bimba sia fortunata ad essere nata in una famiglia come quella che ci racconti.
    Citando il tuo post riporto questa frase: a volte ci si trova sprovveduti e i risultati sono deludenti.
    Da persone sensibili e intelligenti non credo che capiti a te e a tua moglie.
    Un abbraccio!

  2. Uno poi legge ste cose critte e gli passa la voglia di avere un figlio… o meglio, nemmeno ha metabolizzato la sala parto che già partono le angosce per la pre-adolescenza. E i bulli delle elementari?

  3. e comunque ci sono uomini che scambierebbero la moglie cinquantenne per due da venticinque, credici, altro che figlie! 😀 la tua me l’immagino dalla dialettica spinta, ma come potrebbe essere altrimenti? stamattina, tornando a casa, ho sentito un piccolo di forse otto anni dire al papà: smettila, noi due non abbiamo più niente da dirci! una strada tutta in salita, la nostra

  4. poi li voglio vedere a tenere testa a due da venticinque 😀 Comunque sì, e quei pochi spiragli di serenità post-infantile che ogni tanto si manifestano, la sera quando ci corichiamo o la mattina presto appena svegli, sono un’oasi di ristoro.

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