educazione al pensiero positivo

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Dare valore a quello che si è capaci di fare è una delle grandi sfide per accaparrarsi o spartirsi gli ultimi spiccioli rimasti nell’economia mondiale, ed è soprattutto aggiungendo lustro ai propri prodotti facendo credere che sono diversi dagli altri, che ci sono costati fatica e che sono nobilitati dal nostro estro, che talvolta riusciamo a ottenere molto di più di quello che ci spetta. Insomma, sembra che il marketing debba essere l’ultima cosa a esser spazzata via dalla crisi malgrado tutti si dicono pronti a stringere la cinghia partendo proprio da lì. Il marketing individuale non corre per nulla questo rischio perché è a costo zero e perché presunzione, boria, egocentrismo e esuberanza dell’ego, alla base del mettersi in evidenza a ogni costo, sono gratis e sempre disponibili in ampia abbondanza. Vediamo ogni giorno sul lavoro persone fare le stesse cose che facciamo noi, per esempio, ma comunicate meglio a colleghi e ai propri responsabili, ed è facile prevedere chi trarrà più vantaggi. D’altronde su questi aspetti per nulla superficiali e accessori c’è chi ha costruito un impero, e non venite a dirmi che se lavori nell’advertising come prima cosa devi essere in grado di promuovere te stesso. Io provo a farlo, per esempio, ma si vede lontano un miglio che non sono convinto di quello che faccio e ho appurato che gli altri sono molto più in gamba di me, e non solo in questo ambito, probabilmente lo sono su tutti i fronti e basta. D’altronde il mondo funziona così, il merito premia e fa volare in avanti le persone più brave di numerosissime caselle, in questo perpetuo gioco dell’oca che è la vita. Qualche giorno fa sono stati comparati due report sulle attività in corso tra me e una collega, si doveva individuare la risorsa più libera a cui affidare un lavoro rognoso, per non dire una rottura di coglioni incommensurabile. Io ho risposto dicendo che avevo dei testi da scrivere, la collega che aveva tonnellate di copy. Indovinate chi ha perso.

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