tutorial: come cambiare gli eventi a proprio piacimento – lezione 1

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Nei libri e nei film solo storie che nella realtà vanno nel modo opposto, grazie. Altrimenti che libri e film sarebbero? Uno prenderebbe il primo che passa sotto casa e si farebbe raccontare del lavoro perso a quarant’anni e mai più ritrovato, del divorzio a botte di avvocati, della malattia rara alla tiroide o del figlio che fa il cervello in fuga e metterebbe nero su bianco in perfetto stile neo-neorealista quel che succede. Occorre però fare un distinguo. Se nel film le cose si mettono male e la trama prende una piega diversa da quella che vorresti al massimo metti la mano sugli occhi come si fa da bambini per chiudere la paura fuori. Oppure, se sei alla tv, basta un colpo di zapping e in un battibaleno sei su MTV con qualche afroamericano che balla, o nel bel mezzo di un tg. In un libro è più difficile. Non puoi certo saltare parti perché la lettura è sequenziale e basta, nemmeno sull’e-reader esiste la funzionalità di interazione multi-scenario in cui scegli se salvare tizio o far morire caio. Chiudere il libro, dirsi basta così e tanti saluti è sempre doloroso, si ha davvero l’impressione di aver lasciato una cosa a metà, un file da salvare prima dell’arresto del pc, un conto in sospeso con qualcuno, il gas acceso quando sei già in aeroporto e non puoi tornare a sincerarti che è solo ansia allo stato puro. Quindi, con tutti gli accorgimenti per non cadere e scadere nel fanta-qualcosa, ben vengano elementi che basta poco per ritrovare anche nella vita vera. Pensavo a una storia in cui un uomo di successo arriva a cinquant’anni e la natura impone che ritorni indietro a zero, per esempio, e vive il dramma di dover a poco a poco lasciare tutto quello che ha ottenuto e guadagnato e conquistato, un racconto incentrato sul fatto che non è detto che il corso standard della nostra esistenza – nasci, cresci, muori – tutto sommato sia così fallimentare. Ecco, per la prossima lezione preparatemi una bozza per una sceneggiatura così.

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