alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 12.12.15

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A margine, “Cose che nessuno dice sui Modà”: No, c’è un tot di cose che io vorrei buttarvi lì prima che voi liquidiate i Modà come il peggior gruppo del mondo. E la prima è: il bruttismo militante di Kekko. Che sembra inserirsi in una tradizione di bruttini odiati dall’élite ma adottati dal cuore generoso delle masse in cerca di briciole di poesia basica. I colti di musica hanno sempre usato contro Albano, Totone Cutugno, Marco Masini, il succitato D’Alessio e Valerio Scanu anche l’argomento della sfigatitudine fisica (e se Cocciante e Lauzi non avessero scritto delle hit considerate irresistibili pure dai colti di musica, ho il sospetto che se la sarebbero passata maluccio pure loro).

minima&moralia, “Musica celestiale: intervista a Rick Moody”: Non è un mistero che l’autore di Cercasi batterista, chiamare Alice, Tempesta di ghiaccio e Rosso americano sia un grande cultore della materia musicale, un autorevole critico, nonché un musicista con tre dischi all’attivo con la sua band The Wingdale Community Singers. Mentre negli Stati Uniti esce il nuovo romanzo, Hotels Of North America, Bompiani pubblica Musica celestiale, corposa raccolta degli articoli musicali di Rick Moody: si tratta di articoli nell’accezione più dilatata e divagante del termine che, per dirla con l’autore, “si prefiggono di illustrare tutto ciò che nella musica cantata e in quella strumentale è in grado di sopraffare il sottoscritto”

L’Undici, “Edward Hopper, l’eremita della pittura americana”: Opere che assomigliano alla vita eremitica che lui stesso si scelse: per quasi due terzi della sua esistenza visse e lavorò in uno studio a Washington Square, New York, senza bagno né frigorifero, e con il riscaldamento a carbone che doveva essere portato in casa percorrendo a fatica quattro rampe di scale; in compenso la vista era bellissima e un grande lucernaio gli offriva la luminosità necessaria per dipingere. Uomo di vaste letture, aveva pochi amici e se doveva parlare della sua pittura si esprimeva in modo asciutto, quasi a monosillabi; era timido chiuso e nevrotico, un personaggio antieroico come si presenta lui stesso in un autoritratto col cappello, con un viso inespressivo da uomo che si può incontrare ogni giorno e dimenticare subito dopo.

Tracey Thorn, “Gli artisti e il loro pubblico si somigliano”: Una ragazza le ha consegnato un disegno, un’altra le ha chiesto del suo ultimo tour con le Sleater-Kinney, e un’altra più arguta le ha domandato se pensava che il suo libro sarebbe finito sugli scaffali della libreria femminista della serie tv Portlandia. Il pubblico era simpatico come lei, e ancora una volta non ho potuto fare a meno di notare che pubblico e artisti si somigliano, come gli animali domestici somigliano ai loro proprietari. Anche se in questo caso non saprei dire chi siano i proprietari e chi gli animali.

Booksblog, “10 luoghi simbolo della letteratura americana”

Il deboscio, “Indovina chi viene a cena”: Zarro, borghese, intellettuale e nerd sono le categorie in cui il mondo si divide. Dunque per le vostre cene abbiamo pensato a una pratica guida da utilizzare per assegnare i posti a tavola ed equilibrare un po’ tutta la serata. Se invece gli invitati siete voi, e se a una prima occhiata capite chi avete di fronte o di fianco, con questa guida sapete già subito con che argomenti partire alla grandissima. Che poi funziona mica solo a tavola. Funziona anche in treno, sul lavoro o ovunque questa maledetta vita ha deciso di posizionarvi in quel momento.

Il Post, “Perché “Il caso Spotlight” è un film diverso”: È tra i favoriti per gli Oscar ed è stato prodotto da Open Road Films: una società piuttosto giovane e che sta cambiando il modo in cui si fanno i film, occupando gli spazi lasciati vuoti dalle major

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