mi chiedo se Marcel Proust fosse costretto a portare giù la spazzatura o togliere con la spazzola i peli del gatto dal divano

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Mi chiedo se Marcel Proust fosse costretto a portare giù la spazzatura o togliere con la spazzola i peli del gatto dal divano. Noi scrittori dovremmo essere esentati da tutto ciò che ci distoglie dalla nostra essenza che è trovare la verità e interpretarla con il nostro stile inconfondibile al pubblico che con il suo entusiasmo ci consente di mangiare e mandare i nostri figli a scuola. È infatti grazie a gente come me e Marcel Proust che avete la fortuna di dare risposte ai grandi problemi del reale a partire dal tempo, dalla morte e dal fare cattleya. Meno ore mi fate perdere con l’operatività quotidiana, prima arrivo al mio fine ultimo, che è riflettere per concedervi sollievo esistenziale. Certo, Marcel a differenza mia non godeva di tutti i vantaggi che i social media offrono. Qualcuno comunque dovrebbe farlo notare a mia moglie. Un tempo noi intellettuali eravamo dispensati da queste incursioni nella quotidianità. Erano belli i tempi in cui la differenza di classe era molto più marcata di oggi, si faceva ricorso alla servitù e la borghesia pensava solo a fare quattrini e mica aveva tempo per lo spleen e altre speculazioni che tolgono tempo al profitto. Per Marcel Proust la domenica e il concetto stesso di giorno feriale e festivo oggi sarebbero cose più che superate. Quindi, per favore, cara, ti spiace darti da fare con quelle sarde al forno mentre aggiorno il mio blog? Grazie.

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