due o tre cose che so sul Natale

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Dicembre, si sa, è un mese intriso di contraddizioni e non me ne vogliano gli amici sagittari e capricorni che invece magari si atteggiano pure a persone equilibrate. Il numero dodici del nostro calendario intanto è un gigantesco e unico ponte tra un anno e l’altro, soprattutto per noi milanesi, poi quest’anno ci si è messo di traverso pure il referendum ed ecco che il mese in corso si è quasi completamente prosciugato di giorni feriali il che è una disdetta, perché, per esempio nel mio settore, a dicembre c’è veramente un botto di lavoro da fare. Immaginatevi quindi la produzione di quattro settimane concentrata in una e il gioco è fatto. Anzi, provate a spalmare questa condizione di ozio istituzionalizzato su scala globale e vi sfido a non ammettere che la cosa può generare problemi per l’economia del mondo mondiale. Ma, detto tra noi, se non si preoccupano i vertici dell’agenzia in cui lavoro, non si preoccupano nemmeno i ministri, non vedo perché debba farlo io.

La seconda e annosa contraddizione deriva dal contrasto tra disperazione e opulenza festiva, un imbarazzo diffuso probabilmente sin dai tempi dell’oro e dei Re Magi. La questione è perfettamente rappresentata dal celebre inno natalizio “Happy Xmas (War Is Over)” di John Lennon e Yoko Ono, quello che lo senti e pensi a quanto sei ingrato verso il resto dell’umanità che soffre, un sentimento che ha avuto il suo apice nella celebre interpretazione di Alba Parietti di non ricordo quale programma TV degli anni 90, peccato non vi sia traccia in rete ma fidatevi.

A Natale, poi, ci si bacia tutti facendosi gli auguri, un’usanza che mi ha fatto riflettere sulla differenza tra il numero di volte in cui si porge la guancia. Voi siete per due o per tre? E non rispondetemi che date un unico bacio perché non vi credo. Io sono un tradizionalista e ne do solo due, e sono così abituato a questa procedura che quando la persona si avvicina per darmi il terzo mi chiedo se voglia limonare e, ogni volta, un pensierino ce lo faccio.

Mi permetto infine di segnalare un’occasione sprecata dalla Microsoft. Possibile che in occasione delle feste natalizie nessuno di quei geniacci ingegneroni della Silicon Valley non abbia pensato a una versione a tema delle celebri palle che girano mentre l’utente di Windows 10 aspetta l’ennesimo aggiornamento pregando che ancora una volta vada tutto bene? A me piacerebbe uno sfondo rosso fiammante, con un po’ di agrifoglio sul davanzale del logo a finestra, e le palline natalizie che ruotano intorno all’albero della speranza del ripristino in corso. Secondo me può funzionare.

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