se è aperto significa che c’è sempre qualcuno

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La scritta domenica aperto campeggia all’ultimo piano della ripida rampa lungo cui la fila di auto di tutti i colori arranca sfrizionando marce basse, escluse quelle col cambio automatico, ça va sans dire. C’è persino qualcuno difficilmente identificabile in quella colonna ascendente che ascolta del jazz commerciale su Lifegate Radio con il finestrino giù. Vuol darsi delle arie da persona complicata ostentando la contraddizione tra musica ricercata e gusto dozzinale da franchising nei giorni di saldi in cui si sta immergendo, ma è un trucco a cui non abbocca più nessuno: le prime pagine dei siti di news futili, quelle da condivisione sulle pagine Facebook, hanno più volte smascherato queste pose anacronistiche mettendole alla berlina, spaccando il capello in quattro con finalità del tutto strumentali, come in quell’articolo – non so se l’avete letto – in cui si dimostrava che più del 90% delle linee di walking bass sono sequenze di note a cazzo e non sono supportate da nessuno studio teorico. C’è solo una sola grande armonia, di questi tempi, che è facilmente identificabile nella florida pregnanza di Beyoncé e nelle sue foto su cui sospirano grandi e piccini, una perfetta sintesi di tutto quanto sia ascrivibile alla natura con la enne maiuscola – fatta di successo, potere d’acquisto, opulenza e filtri di fotoritocco – negli anni dieci di questo secolo.

Poi però la fila si blocca inspiegabilmente. Da un furgone targato Bulgaria esce a controllare che succede un ragazzo che, tanto per rimanere in tema di cose fuori dal tempo, indossa una felpa mai vista dei Police. La sua visione mi riaccende un desiderio sopito, quello di trascorrere le vacanze estive sul Mar Nero, magari lì si ascolta musica decente. Anche una giovanissima, qualche utilitaria più in là, sembra colpita dalla scena ma poi è il suo ragazzo a riprenderla perché pensava si trattasse di un agente delle forze dell’ordine e non di un fan sospetto di una band che, anche se ha fatto la storia, tra le nuove generazioni conta come il due di picche. Da qualche parte qualcuno accende una sigaretta elettronica. La fragranza la conosco, è la stessa con cui si diletta un mio collega in ufficio e che mi ricorda tantissimo i calzettoni di mia figlia dopo che fa allenamento. Lui sostiene sia aroma di biscotto, ma io non ci credo.

Dentro intanto dev’essere già iniziato lo spettacolo. Oggi il centro commerciale ospiterà un esponente di punta della scena hip hop/trap locale che presenterà il suo nuovo disco e girerà negli ampi corridoi di quella cattedrale dello shopping pedalando su un monociclo e firmando autografi, proprio come faceva tanti anni fa – e io ho avuto la fortuna di vederlo – Peter Tosh, prima dei concerti. Nessuno ha paura della folla, qui, e questo è un fenomeno in controtendenza se pensate a quello che succede di questi tempi e non lo dico per essere cinico. Certi posti come questi, dove risiede la vera ricchezza dell’occidente made in China, sono presidiati h24 anche quando la festa è finita. Domenica aperto è un finto ossimoro che esprime la filosofia di questa ricerca della sicurezza assoluta, totale e continua. Domenica aperto significa che c’è sempre qualcuno con la luce accesa da chiamare se hai paura del buio o della solitudine e che nulla di brutto, qui, ti può succedere.

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