astenersi fuoritempo

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“Se non vuoi perdere tempo a spremere flaconi di crema dopobarba semivuoti perché il prodotto per ovvi motivi di fisica è tutto depositato sul fondo – certo non gliene possiamo fare una colpa – prova a riporlo capovolto nell’armadietto, la prossima volta, proprio come si sono inventati per il ketchup e la maionese e i loro tubetti da mettere in frigo a testa in giù”. Sento che il consiglio che Giorgio cerca di darci ispirato dalle salse che ci hanno portato al tavolo insieme agli hamburger un giorno dovrò scriverlo da qualche parte per vedere, fissato nero su bianco su un foglio o su un blog come questo, l’effetto che fa. La nuova fidanzata di Giorgio di chiama Perla e per noi è una novità che esista nel genere umano gente in grado di dare ai propri figli nomi così di merda. La mia fidanzata, per dire, si chiama Chiara ed è un nome bellissimo e facciamo cose sceme come entrare al supermercato, comprarci una tavoletta di cioccolato a testa, pagarla e poi consegnarcela reciprocamente con mille smancerie appena passata la cassa come se dovessimo farci un regalo. Entrambi la nascondiamo dietro la schiena, ci diciamo di chiudere gli occhi, poi ce le scambiamo dandoci un bacio e ogni volta ridiamo come se fosse la prima. Con una che si chiama Perla le cose invece potrebbero essere molto più complicate. Se ti chiami Perla e sei un cesso, per dire, non passi indenne tra compagni di classe e amici. E per me di Perla ce n’è una sola, si veste con l’ombelico scoperto, s’innamora di Kabir Bedi e non fa una bella fine. Potremmo essere molto più indulgenti con Giorgio e con e fidanzate che si sceglie se non avesse votato alle ultime politiche per Forza Italia. Nel 1994 se lo fai dopo tutto quello che è successo con mani pulite, Falcone e Borsellino se più che uno stronzo e non sarà certo una fidanzata con un nome così fuori dal mondo a renderti meno responsabile del decorso del nostro paese. Giorgio dice che ha scelto il partito di Berlusconi perché rappresenta il nuovo, come lui e come i nomi nuovi che si sceglie la gente a partire da Perla. Così dico a Max, che suona il basso con me e con Giorgio che invece è alla batteria, che dovremmo cacciarlo dalla band. Non suono con un fascista per principio e so che dovrebbe farlo anche lui. Anni dopo addirittura negli annunci che metterò sui siti per musicisti per cercare gente o gruppi con cui suonare scriverò “astenersi elettori di centrodestra” e intorno ai cinquant’anni ammetterò con amarezza che la maggior parte degli amici di palco e sala prove, come Max che nel 94 era un boss dell’ARCI e si suonava da comunisti insieme ma anche come Giorgio che Perla o non Perla non capiva un cazzo di politica, vota per i grillisti. Il binomio politica e musica non è solo Bella Ciao e il demago-rock dei Modena City Ramblers ma è un sistema di cose strano che richiede coerenza, forse perché la musica nel 1994 è ancora un aspetto che caratterizza fortemente, aggrega, ti fa vedere le cose da un punto di vista dal quale, se osservi bene, è impossibile non schierarsi. Giorgio alla batteria poi non è granché, accelera e non ha il senso delle canzoni che sta suonando. La musica è anche una questione di buon gusto, nessun musicista serio crederebbe a un inno di plastica come quello di Forza Italia e poi, di fronte a una che si presenta dicendo di chiamarsi Perla, gli scoppierebbe a ridere in faccia.

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