chi meglio di noi

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Qualche giorno fa, arrabbiatissimo con un paio di insegnanti di mia figlia, sono corso subito tutto indignato su Facebook per scrivere una cosa tipo che uno dei motivi per cui dovremmo tutti diventare insegnanti è per impedire che altri lo facciano al posto nostro. Anzi, l’ho scritto proprio e ho preso anche un paio di like nei primi minuti. Poi ci ho riflettuto su e, con lo stesso impeto con cui l’avevo pubblicato, altrettanto velocemente l’ho cancellato. Ho pensato infatti che si trattava di un ragionamento di pancia. Provate infatti a sostituire a insegnanti una qualsiasi categoria professionale. Inizio io: gli allenatori della nazionale. Se ne parla spesso, vero? Siamo tutti buoni a mettere tizio in attacco e caio in panchina perché ne sappiamo di più del direttore tecnico. Oppure ultimamente va di moda sostituirci ai medici e curarci a modo nostro per poi gravare sulle spalle della sanità quanto mettiamo nei guai qualcuno con le nostre convinzioni strampalate. Per non parlare di chi amministra la cosa pubblica. Lì siamo insuperabili e, con noi al governo, non ci batte nessuno. Poi però la metà degli aventi diritto non va nemmeno a votare, sedi e circoli di partito sono deserti e raccolgono solo vecchi, persino tutto l’entusiasmo per la democrazia diretta esercitata via web sembra già esaurito. Il comportamento di chi sottrae arbitrariamente autorevolezza al mestiere di terzi non l’ho mai sofferto negli altri però capisco come sia facile essere spinti a pensare cose di questo genere. Però chissà, magari un giorno sarò davvero un insegnante anch’io e, in tal caso, vi prometto che farò di tutto per non spingere qualcuno a voler cambiarsi di posto con me.

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