qualcosa di nuovo sul fronte orientale

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I miliardari cinesi dopo essersi comprati l’economia mondiale, le squadre di calcio e tutto quanto c’è di più redditizio al mondo iniziano a dare segnali di interesse per la cultura con la C maiuscola. Non vi nascondo che alla terza proposta di investimento da cordate dell’est per questo blog ho deciso di accettare, d’altronde sono stufo di scrivere solo per la gloria ed è ora di mettere qualcosina da parte anche per la pensione che, da copywriter, chissà quando e se mai arriverà. Non dovete preoccuparvi, continuerò a rimanere indipendente e al servizio dei refusi, dei periodi senza le virgole e delle costruzioni grammaticali discutibili.

Anzi, sono proprio loro (i cinesi) che insistono affinché io rimanga così come sono, un’eccellenza tutta italiana come la Nutella, l’automazione industriale, Eataly e la Cristoforetti. Al limite inserirò qualche elemento grafico più affine al gusto popolare, non nel senso della Repubblica Cinese, ma un conto è rivolgermi a migliaia di lettori, un altro parlare tradotto per miliardi di persone.

In realtà la prima cosa che mi sono chiesto è quale possa essere la miglior colonna sonora per entrare in una nuova vita e, considerando la mia collezione di trentatré giri, la cosa non è banale. Intanto non dev’essere per forza di cose un pezzo di recente pubblicazione, una hit del momento, o qualcosa che suggerisca un’impresa epica. Una delle canzoni che ho amato di più e che spero di portare sempre con me è “Love like blood” dei Killing Joke ma, con questo ulteriore passaggio, non vorrei sovraesporla e perderne l’effetto taumaturgico. Già da quando la uso come suoneria inizio a sentirla un po’ troppo, anche se non è che io abbia tutto questo traffico di chiamate in entrata. Per dire, mia moglie che passa tre quarti della sua vita al telefono ha impostato “Lonely Hunter” dei The Foals che è il mio pezzo preferito del’album “What went down” ma, a furia di sentirla, e considerando che il suo ascolto coincide con la sigla di una buona mezz’ora di indisponibilità al dialogo e alla vita matrimoniale, inizio ad averla un po’ in dispetto.

Un’ultima considerazione: se ci ho messo tanto ad arrendermi alla fama e alla ricchezza è solo perché le cose non è che uno non ha voglia o non se la sente di farle, è che ogni cosa per me dovrebbe essere fatta a tempo debito e, in quel momento, questa cosa fatta, questo impegno adempiuto verrà nel migliore dei modi. I detrattori di questo modello lo definiscono ala stregua di una banale procrastinazione ma questa è tutta invidia. A differenza loro noi siamo privi di quell’ansia che impone ai pignoli di sfogare immediatamente la propria smania di farsi vedere, ad altri ma anche a loro stessi, efficienti.

3 pensieri su “qualcosa di nuovo sul fronte orientale

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