a nessuno interessa quanti anni hai

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Almeno i fagioli della Carrà, nel loro essere legumi, mantenevano una dignità. Rimanevano volutamente inespressivi, stipati nel loro barattolo di vetro fino a quando qualcuno, telefonando da casa e quindi mantenendo l’equivalente condizione di anonimato, non ne indovinava la quantità di esemplari contenuti esatta. C’è invece, non ricordo su quale emittente del digitale terrestre, un nuovo quiz televisivo in cui la preparazione richiesta ai partecipanti è meno che minima. Basta una capacità di osservazione entry-level per tentare di ricondurre una persona messa su un palco alla sua giusta età anagrafica. “Quanti anni hai?”, cantava Garbo nell’84 o giù di lì. “Guess my age”, ci invita il titolo di questo format in onda, da qualche tempo, intorno all’ora di cena.

Non è tanto il gioco a premi in sé, oggettivamente alla tv si è visto anche di peggio. Il limite sta tutto in quella manciata di secondi in cui i partecipanti azzardano gli anni, il conduttore fa da tramite con lo sconosciuto di cui si deve indovinare l’età declamando una cosa tipo “Nome_sconosciuto, hai veramente XX anni?”, lo sconosciuto temporeggia un’altra manciata di secondi per aumentare la suspense dei telespettatori, quindi si lascia andare nella risposta di rito che è quasi sempre “NO”. I concorrenti hanno un numero limitato di tentativi. Non riesco a vedere più di qualche minuto per volta durante lo zapping, quindi non ho idea di quale possa essere poi l’esito di ogni manche.

Tempo sufficiente però per cogliere l’espressione di estranea complicità nella suddetta suspense con cui gli sconosciuti vengono ripresi prima di confermare o meno la risposta. Sono inquadrati in primo piano quasi sempre con una faccia molto poco convincente, tutt’altro che televisiva e per nulla nello spirito dell’emozione con cui la trasmissione vorrebbe coinvolgere chi guarda da casa e, conseguentemente, chi investe in pubblicità tra un concorrente e il successivo.

Il problema è tutto nella banalità del format: come siamo ridotti se dobbiamo puntare su un quiz sull’età della gente? Gli sconosciuti oggetto del quiz, con quella faccia che fanno durante i tentativi dei concorrenti, nel loro silenzio sono eloquenti e trasmettono tutto l’imbarazzo dell’essersi sottoposti a un programma così basic nel funzionamento. “A chi interessa quanti anni ho?” sembrano chiedersi muti davanti alle telecamere. “Che cosa ci faccio io qui?”. Ho deciso quindi di rilanciare con un format ancora più elementare. Il concorrente da una parte, uno sconosciuto dall’altra, in mezzo il conduttore che apre una busta e legge la domanda: “Concorrente, sai chi saluta tantissimo quello sconosciuto che hai davanti?”, e provate a indovinare qual è la risposta esatta che, a chi la dice per primo, consente di vincere innumerevoli gettoni d’oro.

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