in rete leoni, dal vivo gente che coglie molto

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Sarebbe costruttivo poter disporre di un sistema di rilevamento di quello che accade nel nostro cervello, nella nostra pancia e in tutto il resto del corpo quando ci cimentiamo in una discussione. Riuscire a visualizzare su un monitor gli algoritmi che ci inducono a controbattere, a negare, a comprendere, a rilanciare, a spingere all’estremo la conflittualità, a dosare la pazienza, ad ascoltare per capire, ad ascoltare per rispondere, a non ascoltare, a individuare il momento di chiuderla, a individuare il momento di partire con una testata, a tendere la mano, a cambiare il discorso, ad ammettere la sconfitta, a minimizzare la vittoria. Tutte queste cose qui e tutte le altre che entrano in gioco durante ma anche dopo e, soprattutto prima. Che cosa ci spinge, infatti, a cacciarci nei guai, a impelagarci in confronti che sappiamo già dove ci porteranno, a perdere tempo sapendo che nessuno cambierà posizione, nessuno convincerà nessun altro su qualcosa, tutto tornerà come prima, solo con i rapporti interpersonali a volte inevitabilmente compromessi?

Non è raro, infatti, rilevare una certa morbosità nel modo in cui ci attira chi sappiamo pensarla in modo opposto, e non solo perché ci prudono le mani. Anche a me piacerebbe sedermi a un tavolo e capire il motivo di posizioni così differenti dalla mia, che notoriamente sono quelle giuste, ma poi so già che perderò la pazienza. Ammiro invece chi è capace di ascoltare e umiliare il prossimo con intelligenza, ironia, saggezza e sangue freddo.

Proprio ieri ho appreso, tramite Internazionale, di Internet Warriors, il progetto di Kyrre Lien, un giornalista norvegese che ha incontrato alcuni “haters”, persone cioè che insultano in rete e con le quali discutere sui socialmedia è praticamente impossibile. Lien invece li ha ascoltati e filmati riuscendo a documentare il modo in cui, intercettando discussioni potenzialmente violente e trasponendole dal vivo, gli è stato possibile stemperare la rabbia manifestata online. Non riesco a capire come sia riuscito a mantenere la calma.

Qui trovate il sito del progetto “Internet Warriors“.

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