tandem

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Tandem andava in onda nel primissimo pomeriggio, appena rientrati da scuola, e lo seguivo perché c’erano le sfide tra i ragazzi delle superiori delle grandi città e per chi, come me, frequentava la prima liceo in provincia, il programma costituiva una sorta di ciclo di lezioni private per imparare qualcosa di più su come essere giovani e stare al mondo, il mondo degli adolescenti, ovviamente. Ho collegato solo molti anni dopo quel Fabrizio Frizzi conduttore in erba a quello che poi è diventato Fabrizio Frizzi volto noto dello spettacolo. Non è facile capire cosa potesse significare la tv per dei ragazzi nel 1982, senza Internet, smartphone, pc e persino console per videogiochi domestici. Tandem mi piaceva soprattutto perché talvolta la gara tra gli istituti comprendeva anche una competizione tra le band delle due scuole in gara. Una volta la prova aveva visto un trio fusion strumentale gareggiare contro un gruppo post-punk di studenti, molto ben strutturato, dal piglio decisissimo e dall’esplicito nome “Taedium Vitae” che trasmetteva tutte le contraddizioni tra l’impegno negli studi classici e l’intellettualismo di cui le sottoculture off comunque erano pregne. Malgrado dietro ai “Taedium Vitae” ci fosse un vero e proprio progetto, per non parlare della modernità della musica proposta, il pubblico aveva premiato ingiustamente il terzetto fusion (chitarra, basso e batteria) tutto preso dai loro inutili tecnicismi, frutto di un approccio puramente meccanico all’arte. Per me e per tutti i fan della new wave della prima ora non vi fu alcun dubbio, invece, su quali dovessero essere i veri vincitori.

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