la melevisione

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Chissà se Amanda conserva inalterata la bellezza di un tempo, dice proprio così con testuali parole una canzone di uno di quei gruppi che vanno di moda adesso tra i giovani che dicono di non accontentarsi della musica più facile che propongono gli emissari del mercato. Non so se avete letto l’intervista ad Amanda e, lasciatemi dire, non dovreste stupirvi se qualcuno per fare notizia e aumentare lettori si prende la briga di far vuotare il sacco alla protagonista di una canzone dedicata a un personaggio femminile con l’intento di far scatenare qualche rissa mediatica e far parlare di sé la gente? Ricordiamo ancora tutti la questione che aveva sollevato la Sharona dei The Knack, la Giulia delle Vibrazioni, la celeberrima Sara ingravidata da qualcuno ai tempi di Venditti e chissà quante altre muse ispiratrici si sono riconosciute nei testi di qualche sedicente cantante di successo. Ogni tanto anche a me viene voglia di mettere in mezzo qualche esperienza personale nei miei racconti ma ho paura sempre di essere rintracciato e magari querelato. In questo caso non ho nulla da temere. L’unica Amanda che conosco è l’amica di Fiorella che quando Silvio l’ha vista la prima volta si è fatto beccare per aver pensato ad alta voce “che mele!”, riferendosi ovviamente alle dimensioni e alla form factor del suo seno. Ma si tratta di un aneddoto che risale alla notte dei tempi e di un’amicizia che non ho mai coltivato, quella con Amanda, intendo, forse sbagliando se uno pensa solo alla mele, ma comunque che rientra nel novero delle cose a cui per pigrizia non ho dato seguito, un po’ come questo post. D’altronde che mezza età sarebbe se non si lasciassero i lavori a metà.

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