lunedì ore 18:15

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Per il professor Palverino non è il momento della sveglia che, suonando, introduce alla nuova settimana, il momento più difficile da affrontare e nemmeno il lunedì sera davanti ai programmi tv del lunedì sera. Non è il susseguirsi di incombenze da riprendere con lena del giorno del rientro dopo il weekend e nemmeno la prima pausa sigaretta con i colleghi sul balcone, a sentire i soliti discorsi su questa o quella squadra di calcio, faccenda di costume di cui al professor Palverino non interessa nulla, zero, niente di niente.

Il vero momento di non ritorno si ripete ogni lunedì alle 18:15, puntuale come sempre, quando parcheggia la sua Fiat Stilo a pochi passi dalla palestra in cui segue un corso di Tai Chi, arte marziale per la quale non è portato, insieme a un gruppo di persone più o meno coetanee che si assottiglia lezione dopo lezione. La causa di questa moria di iscritti deriva dalle scarse qualità empatiche dell’insegnante, famoso tra gli adepti per la sua puzza di piedi. Il professor Palverino segue il corso di Tai Chi del maestro puzza-di-piedi da più di cinque anni. Ogni volta dice che l’anno dopo la smetterà di iscriversi ma poi pensa che l’orario è così comodo che alla fine ci casca sempre.

Quando alle 18:15 spegne la macchina e si appresta a varcare l’ingresso degli spogliatoi della palestra gli viene da pensare a cose molto tristi. Pensa che la sua vita è dalla parte in cui c’è molto meno tempo rispetto all’altra e se ci sarà mai un’altra possibilità, o magari quella è già la vita n. 4558 e delle altre, distribuite tra passato e futuro, è impossibile ricordarsi qualcosa. Pensa a Carlotta che, in quarta liceo, viene a scuola in maglietta senza reggiseno sotto e che gli altri suoi alunni si comportano proprio come quando lo studente era lui e la sua vicina di banco Chiara, alle superiori, faceva la stessa cosa. Pensa alla pianura che ha il vantaggio di non nascondere il tramonto prima del tempo, e questo gli ricorda qualcosa che si era dimenticato prima. Poi ripassa mentalmente i movimenti giusti che farà poco dopo sul parquet perché quello è il vero modo di vincere sulle cose: immaginandosele.

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