la carica dei cento

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Mimmo non incontrava Angelo da prima dell’estate, per questo non sapeva che a Simone era morto il cane. Il cane di Simone me lo ricordo anch’io. Un elegantissimo golden retriever color crema. Un esemplare gigantesco che, quando si metteva a due zampe, era persino più alto di mia moglie. Mimmo li incontrava qualche volta, il padrone con il cane, a spasso per il parchetto. Il cane si chiamava Nico e faceva una vita da signore perché a Simone non gli manca nulla. Casa in montagna, casa al mare, barca sul lago e villa nel quartiere residenziale della metropoli. Nico stesso era un cane di razza purissima ed è stato pagato un botto. Mimmo li ha incrociati alla fine di luglio. Stava correndo sul solito percorso di allenamento dei 10km ma sia Nico che Simone non gli hanno fatto molte feste. Faceva troppo caldo e a Mimmo andava meglio così. Fermarsi durante un allenamento e interrompere una corsa proprio non si fa. Angelo ha raccontato a Mimmo che il cane se n’è andato nel giro di una settimana per una leucemia fulminante. Speriamo non abbia sofferto troppo. Mimmo mi ha anche confessato un segreto. Non si ricorda in che contesto ma è convinto di aver sognato la morte del cane di Simone. O forse l’ha pensata una volta in cui ha immaginato di dover dire addio a un animale di quel tipo, una presenza così ingombrante nella vita e negli spazi di una persona. Io ho due gatti e, anche se a volte non sopporto il fatto che li ho sempre addosso, sono sicuro che quando non ci saranno più ne sentirò la mancanza. Mimmo ha confessato questo segreto solo a me perché siamo in confidenza. Ad Angelo non ha rivelato nulla per non far la figura dell’idiota che crede alle cose soprannaturali. Ha scritto però un messaggio di condoglianze a Simone che gli ha risposto confermandogli la causa del decesso e mandandogli le foto di Duke, un nuovo cane appena comprato di una razza di cui non ricordo il nome ma i cui cuccioli sono già giganteschi in tenera età e, da adulti, superano i cinquanta chili.

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