come ho fatto a non pensarci prima

Standard

A Emanuele piacerebbe vedersi passare mentre è fermo al semaforo in auto e scoprire che effetto fa osservarsi con il figlioletto per mano e la moglie qualche passo indietro perché sta rispondendo a un messaggio su Whatsapp. Vedersi rimproverarla teneramente perché, anche se è sabato e al sabato la fretta resta chiusa nello sgabuzzino nella tasca interna dello zaino porta-pc del lavoro, è comunque meglio rincasare per pranzare insieme sul balcone. Cercare di cogliere il labiale del figlioletto che si gira a esortare la madre con un sorriso perché è così raro poter parteggiare per il papà in quelle finte contese tipiche della dinamica a tre, in cui a turno si può essere decisivi sul serio. A Emanuele piacerebbe notare, una volta raggiunto il marciapiede opposto, se la sua cute risalta sotto i capelli radi quando c’è il sole, se davvero il figlioletto risulta così promettente nella vita come sembra dall’esito delle loro aspettative, e se una volta ricompattato il gruppo, poco prima che il verde lo costringa a liberare l’incrocio e quell’incanto, per Emanuele, giunga al termine, si sprigiona correttamente tutto l’amore che si prova quando il nostro vivere sembra essere una cosa molto semplice, per davvero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.