stare dall’altra parte

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La vita ci insegna che per fare le cose per benino ed essere delle persone migliori è costruttivo mettersi nei panni degli altri. Il passaggio successivo di questo approccio è quello di fare le cose a cui si è assistito fare da qualcuno dall’altra parte. Si tratta di un processo non sempre attuabile perché, se fosse messo davvero in pratica, saremmo capaci a fare tutto. Per noi che ci dilettiamo a scrivere baggianate costituisce comunque uno scenario molto suggestivo, ai tempi in cui tutti sembrano essere esperti di tutto, dalla medicina all’ingegneria per non parlare dell’amministrazione della cosa pubblica. Se infatti tutti potessimo fare uno stage di qualche mese come chirurghi, costruttori di ponti autostradali o ministri delle finanze sapremmo ciò che tali attività comportano e, prima di fare la ramanzina – rigorosamente sui social – a dottori o a progettisti di grandi opere, per non parlare di candidarci con movimenti populisti improvvisati alla guida di un paese con qualche decina di milioncini di abitanti, ci penseremmo bene e il nostro status preferito sarebbe un intramontabile ubi maior eccetera eccetera. Pensate, per esempio, che fortuna che hanno quelle persone che prima sperimentano sulla propria pelle che cosa significhi essere genitori di figli che vanno a scuola e poi, dopo, com’è fare gli insegnanti e gestirli, i genitori dei figli che vanno a scuola. Che storia, vero?

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