alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 06.01.19

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Ritorna di moda il blog’n’roll, tenetevi pronti.

Paolo Nori, “Da febbraio”
Non mi ricordo mai i nomi delle strette di mano, quando qualcuno si presenta e dice piacere, sono Tizio, piacere sono Caio, ecco io lì per lì mi agito sempre un po’ e i nomi di Tizio e Caio non me li ricordo mai, e dopo devo chiederli di nuovo, che è sempre una brutta figura.

Popcore, “Lo spot della Conad, le valigie piene di caciocavallo, il patriarcato e altre cose che si mangiano al sud”
Mi rendo conto che il 2019 è solo un anno e se per me significa rivoluzione tecnologica, blockchain, sostenibilità e turismo spaziale, per la Zà Rusina significa un altro anno a chiedersi perché sua nipote non si sposa, per mia madre significa un altro anno a sperare che le faccia un nipotino e per la madre della mia vicina di posto cos’altro poter mandare alla figlia che non si sia già portata dentro le enormi valigie. Che il sessismo, il patriarcato, il femminismo, sono concetti da spiegare alle nuove generazioni per modellare un futuro inclusivo, ma che non posso pretendere siano inseriti in uno spot di qualche secondo, che racconti e stravolga le granitiche certezze di una generazione già ‘fatta e finita’.

D I S . A M B . I G U A N D O, “I messaggi di auguri standard, uguali per tutti”
Ed ecco il disastro: “Tanti auguri per un meraviglioso 2019”, “Cari e sinceri auguri di buone feste e felice anno nuovo”, “Auguro il meglio a te e ai tuoi cari”. Ma soprattutto: la gif animata con il numero 2019 che balla o l’alberino di Natale che ondeggia al suono di Jingle Bells, il videino con il babbonatalino che sculetta o con lo spogliarello (maschile, femminile, gay, quel che vuoi) con accessorio rossonatalizio che alla fine resta. E via dicendo.

chi ha paura di virginia woolf?, “La parte migliore di me”
Tra i tanti regali natalizi uno, graditissimo, era corredato da un bigliettino affettuoso a nome degli uomini di casa. Si faceva menzione, nella dedica, al regalo che avrebbe dovuto proteggere “la parte migliore di te”

Loudd, “Big Joanie – Sistahs”
Un disco di gente che non è capace a suonare, nel 2018, deve avere canzoni straordinarie per risultare convincente. Il 77 è finito da un pezzo e, oggi, anche il punk più situazionista può contare su batteristi che vanno a tempo, chitarristi dotati del minimo sindacale di tecnica e bassisti che se la cavano anche senza plettro. Per non parlare delle diavolerie che si usano in studio e che possono far sembrare bravi e intonati cani e porci.

N3rdcore, “Bandersnatch, una recensione a bivi”
Il tuo obiettivo è trarne un parere da condividere su internet, potrebbe essere una recensione estesa o un giudizio più sintetico, l’importante è scrivere qualcosa, perché in questa realtà si ha diritto di cittadinanza solo commentando su internet i fatti del giorno ricevendo, se possibile, un discreto numero di like. Intorno a te i pareri fioccano ovunque.

La McMusa, I libri di dicembre 2018
Ambientato in un New England impensabile e gelido, il romanzo di Joe Clifford insegue due fratelli su un furgone scassato che, di motel in motel, di birra in birra, di ricordo in ricordo, cercano di rivendicare per se stessi e per la cittadina in cui vivono un destino più pulito o, almeno, meno lercio. E lo cercano in cima a un monte che si chiama Lamentation.

Annamaria Testa, “Brutte persone: ciò che diventiamo se non ci stiamo un po’ attenti”
Del resto, non c’è gusto né merito a comportarsi bene se si ignora quanto è facile e istintivo comportarsi male. E non c’è ammirazione verso chi si comporta da brava persona se non si è consapevoli di quanto siano forti le tendenze a essere egoisti, fatui, superficiali o insensibili.

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