cose che si fanno in auto

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Ho visto che avete riconosciuto Adriana nella sua C1 ma era facile: solo lei rallenta e mette le quattro frecce per farsi un selfie alla guida con lo scopo di incrementare la sua narrazione online con nuove pietre miliari della sua vita a scapito di quelli che la seguono lungo le vie che non consentono il sorpasso. Adriana possiede più pigiami invernali di tutto l’occidente industrializzato e lo so per certo, ho un infiltrato nella sua vita privata. Si tratta dell’addetto allo stiraggio – non so se in natura si chiami così – che viene interpellato (con una cospicua retribuzione oraria tale da far impallidire il mio stipendio da insegnante di scuola primaria) per smaltire elevate pile di biancheria appena sfornata dall’asciugatrice ma, una volta suddivisa in isole tematiche (biancheria vera e propria, abbigliamento di lei, abbigliamento del marito, abbigliamento della figlia, equipaggiamento sportivo di lei, equipaggiamento sportivo di lui, equipaggiamento sportivo della figlia, lenzuola&asciugamani) alla fine la componente più corposa di tutto il lavoro è riconducibile alla scorta di pigiami che Adriana accumula probabilmente dai tempi delle superiori, considerando che la sua taglia non è cambiata da allora e che altrimenti non si riuscirebbe a spiegare una concentrazione così ampia di capi notturni di una singola persona in una sola famiglia. Ma oggi mettere in gioco la propria incolumità, per non parlare della permanenza dei punti sulla patente, per mostrarsi ai propri follower al volante di una utilitaria può avere conseguenze gravissime. A meno che l’atto di sollevare lo smartphone nell’inconfondibile gesto di autoscatto in macchina non sia solo un escamotage per farsi notare da chi si ha dietro in coda per poi ritrovarsi raccontanti in un blog come questo, oppure uno di quei discutibili comportamenti che si tengono nell’abitacolo indotti dal fatto che si tratta di un luogo appartato a tutti gli effetti e quindi ci vengono naturali, alla stregua delle dita nel naso, nelle orecchie oppure in quel tic che si manifesta solo in strada, complice l’arsura dovuta alla secchezza dell’aria, quando giriamo le labbra superiori e inferiori su loro stesse per lasciarle appiccicate sopra alla gengiva degli incisivi, ottenendo quell’effetto per cui ci sembra di esserne sprovvisti per poi guardarci nello specchietto retrovisore interno e vedere l’effetto che farebbe se fossimo davvero costretti a esprimerci con un tale handicap fisico.

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