che sera sera

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Ogni tanto ascoltiamo la musica insieme, come stasera a cena. Lei mette le sue compilation di Spotify alla tele che sono zeppe di brani che conosco molto bene ma faccio finta di niente. Sottolineare che potrei esser stato influente sui suoi gusti sarebbe una presunzione fuori luogo. “Borders” e “Paper Planes” di M.I.A., “Firestarter”, persino “Ça plane pour moi”, le Peaches, i New Order e quel pezzo di Santigold che abbiamo sentito in una serie su Netflix. Il titolo non ce lo ricordiamo così googliamo le informazioni per scoprire cos’era ma nel frattempo ci ricordiamo dell’Eurovision e si passa sulla Rai. Da anni ha la passione per i paesi nordici così cerchiamo di resistere al kitsch fino all’esibizione della Danimarca. Nel frattempo scopriamo che Mahmood non salirà sul palco sino alla serata conclusiva. Su una specie di danza celtica scatta in piedi e si mette a ballare con un passo che mi sorprende per l’agilità necessaria, e così le chiedo di rifarlo ma ci mette un po’ a coordinarsi nuovamente, fino a quando le viene. Poi torniamo a stravaccarci sul divano e il gatto con il collare elisabettiano e i postumi dell’operazione fa di tutto per sdraiarsi nel mezzo finché non viene il momento di andare a letto. Domani si torna a scuola, tutti e due.

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