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Il recente downgrade del Control Zeta a farmaco da banco e la sua disponibilità sugli scaffali della grande distribuzione porterà sicuramente un forte impatto sociale, secondo solo a quello che i sostenitori della legalizzazione delle droghe leggere hanno previsto come conseguenza del successo della loro lotta. Il punto è che con il Control Zeta si può tornare a essere quello di prima e della mancanza di una terapia graduale e studiata sulle reali esigenze del paziente non si hanno ancora dei veri e propri casi di studio. La repentina deregolamentazione ha del resto sorpreso l’opinione pubblica e i distributori del prodotto a malapena sono riusciti ad attrezzarsi per far fronte al boom di richieste, previsto in concomitanza con il rientro dalle ferie, almeno qui in Italia. I risultati delle più recenti ricerche di mercato ad oggi risultano ancora top secret, d’altronde il rischio di gonfiare le aspettative degli investitori – considerando una potenziale rivoluzione di questa portata – potrebbe causare danni al mercato irreparabili. Si può però trovare qualche recensione – sulla cui attendibilità è meglio non sbilanciarsi – su alcuni blog, ai proprietari dei quali sarebbe stata somministrata una dose campione della “pillola dei rimpianti”, come viene chiamata dai detrattori. Le raccomandazioni delle autorità e dello stesso Ministero della sanità non lasciano comunque spazio agli equivoci: mettiamoci comodi e stiamo a vedere che succede.

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