specktacular

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Le vacanze in Alto Adige si confermano sempre scelte di successo per un sacco di motivi. Non c’è posto più bello delle Dolomiti. C’è pieno di tedeschi mentre gli italiani sono in coda al casello di Riccione. E poi sì, si mangia e si beve da dio. Tutto è curato, tutto è pulito, tutto è perfettamente in regola. Trovi il pos a duemila metri e anche il maso più sfigato che offre ospitalità lo fa nel migliore dei modi. Sono persino cordiali con noi italiani e non si curano del fatto che abbiamo votato statisti del calibro di Salvini o Di Maio ma si vede che, come i tedeschi e tutti gli altri nordeuropei, non ci stimano per un cazzo. Nei menu si trovano a stento le traduzioni e ovunque trionfa la Forst. Se dovessi promuovere l’Alto Adige in qualche modo lo definirei comunque “specktacular” ma so che gli abitanti delle Dolomiti non ne hanno bisogno. Unica pecca è la diffusione delle bici a pedalata assistita che sono un ulteriore stadio al ribasso per l’uomo già deprivato dal drone, dal monopattino elettrico e da quelle specie di moto da guidare in piedi. Donne, uomini e bambini, turisti di ogni età e di ogni provenienza si inerpicano lungo i sentieri e si lanciano a tutta velocità giù dai monti con queste voluminosissime mountain bike con le quali sono capaci tutti a fare sport. In alcuni casi ho rischiato il peggio trovandomeli sulla strada. Si tratta di un fenomeno diffusissimo ma vorrei sapere che cosa ne pensano i veri amanti della montagna e delle lunghe e faticose camminate nella natura, preludio a una sudata conquista della vetta.

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