tutti pazzi per il Natale

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A scuola son tutti pazzi per il Natale. Le bambine sfoggiano cerchietti con le corna di renna. I maschietti indossano i cappelli di Babbo Natale. Tutte le lezioni hanno lo stesso tema di base. Si contano i pacchi regalo sotto l’albero. Si categorizzano le icone tipiche di questi giorni di festa a seconda dei sensi coinvolti per percepirle dopo averle stampate e colorate. Si canta “Jingle Bells” in inglese. I dettati hanno elfi o slitte come argomento. Si calcola l’altezza dell’albero addobbato e l’area del presepe. Anche in classe mica si scherza. Ci sono festoni intorno alla lavagna. Palle colorate disegnate sulla carta riciclata appiccicate ai vetri delle finestre. I giochi alla LIM sono esclusivi per questo periodo, a partire dal “Santa Klaus tracker” di Google. Qualcuno porta già fette di pandoro per merenda. La mattina non ha inizio se prima un bambino estratto a sorte non apre la casella del calendario dell’avvento e legge il bigliettino. Qualche insegnante amante del kitsch ha posizionato una di quelle palle di vetro che quando le scuoti scende la neve sulla cattedra. All’ingresso risplende una stella cometa elettrica mentre da fuori si possono notare le classi che hanno appeso le lucine intermittenti alla finestra. Le mensole che coprono i termosifoni sono gremite di lavoretti di Natale messi ad asciugare, perché un lavoretto di Natale che si rispetti è dipinto con tempere o acquerelli e ha le strutture portanti incollate con abbondanti versamenti di vinavil. Si contano i giorni, le ore, i minuti e persino i secondi. Ovunque è un fiorire di racconti e desideri scritti su letterine, mani che si stringono, propositi che si condividono. A bambini e adulti brillano gli occhi e dappertutto si spalancano sorrisi anche verso chi vorrebbe rompere l’incantesimo svelando l’ingrediente segreto di quella specie di felicità ma che, per fortuna, riesce a trattenersi.

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