italiano vero

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Le statistiche sostengono che non siamo pochi a non comprendere il senso di quello che leggiamo. La responsabilità è anche di chi scrive che, obiettivamente, non sempre fa di tutto per farsi capire, per non parlare di casi ben peggiori. Il risultato è che la comunicazione scritta non raggiunge il suo scopo, soprattutto se il destinatario salta interi periodi di un testo solo perché risulta prolisso e distoglie dal nocciolo della questione che, magari, è contenuto proprio in quella frase o in quel passaggio su cui non si è soffermato. Questa fase storica in cui prendiamo parte a conversazioni testuali con maggior frequenza rispetto al dialogo de visu tradizionale paradossalmente coincide con un momento di forte disagio lessicale e grammaticale. Non occorre essere un linguista per identificare nella debolezza delle strutture portanti di un’esposizione scritta la sua mancanza di efficacia, l’impatto sulla comprensione e il conseguente deficit empatico che ne deriva. Se costruisco un ponte ma non rispetto le regole dell’ingegneria ci sono possibilità che non assolva alla finalità per cui è stato progettato, se non che cada. La difficoltà che troviamo nel capire chi scrive aumenta così la disaffezione alla lettura e, soprattutto, ci fa annoiare sempre più del prossimo.

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