scrivere di notte

Standard

Avete presente la pubblicità del tizio che si alza cinque o sei volte dal letto la stessa notte – e non in notti diverse, come vogliono farvi credere – accampando le più fantasiose scuse alla moglie per andare in bagno? Anche a me ogni tanto mi scappa da scrivere e devo risolvere la situazione in qualche modo.

La cosa migliore è lasciare il portatile sul comodino. Se avete uno di quei modelli con l’hard disk a stato solido e un processore di nuova generazione, il computer si accende subito e nel giro di qualche secondo siete già operativi con il vostro programma di scrittura attivo e funzionante davanti. Se invece avete un catorcio come il mio ci vuole un po’ di pazienza e, nel frattempo, potete farvi un giro in bagno come il tizio della pubblicità, già che siete in piedi. Che cosa ci sarà da dire di tanto urgente?

Il mondo è pieno di sognatori che dormono con block notes e penna pronti all’uso nel caso qualche parente morto si fosse disturbato a dettare dei numeri da giocare al lotto. A me invece capita al massimo di destarmi all’improvviso con uno spunto narrativo o un’idea da fermare al più presto, stimolo altrettanto inutile del sogno premonitore dal momento che, in entrambi i casi, nessuno cava un ragno dal buco.

D’altronde la vita di noi scrittori è appesa a un incipit. A qualcosa in grado di proiettarci nel profondo di una storia in cui trovare le fila, mettere in ordine, disporre le cose e trovare l’uscita. A me per esempio stanotte è venuta in mente l’idea di un uomo che si sveglia all’improvviso per scrivere qualcosa proprio come quando si deve fare pipì e ho pensato a un post che iniziava tirando in ballo la pubblicità di un farmaco per la prostata, su cui peraltro avevo già scritto qualcosa di altrettanto frivolo.

Non so come funzioni per i libri perché non ne ho mai scritto uno, ma per i blog alla fine di riffa o di raffa si ottiene un elaborato della lunghezza sufficiente. Ma attenzione: non vi conviene pubblicare quanto avete preparato nel corso della notte. Quelli che ci capiscono di Internet sostengono che occorre aspettare gli orari in cui il pubblico è più propenso alla lettura. Per esempio le otto e trenta del mattino, quando tutti arrivano in ufficio e accendono il pc ma se la prendono comoda con ogni diversivo possibile. Oppure, se è domenica, un po’ più tardi, quando la gente prolunga la sua permanenza al calduccio nelle coperte e ha voglia di buttare via del tempo a leggere una cosa come questa, sempre che non gli scappi di dover scrivere qualcosa e corra in bagno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.